Contatti

Da grande faro' il business innovation manager

, di Silvia Zamboni - docente della Unit produzione e tecnologia della SDA Bocconi
La figura che deve gestire il cambiamento in senso lato: stimolare le idee, interpretare il mercato, negoziare

In un contesto di mercato complesso e competitivo, una sfida significativa per le organizzazioni è quella di dare nuove risposte rapide e incisive ai cambiamenti ambientali, sapendo anche gestire una rete di relazioni che supera i confini aziendali, grazie alla creazione, organizzazione e gestione di legami virtuali tra l'azienda, i suoi dipendenti, i collaboratori esterni, i fornitori e i clienti.

L'innovazione non si identifica solo come sviluppo di un nuovo prodotto o di un nuovo servizio, ma abbraccia tutti i processi aziendali e può realizzarsi come innovazione di business, di processo o organizzativa favorendo la crescita aziendale rispettivamente attraverso nuovi mercati e/o l'espansione di quelli esistenti, l'introduzione di nuovi o migliorati prodotti e servizi e l'implementazione di nuovi modi di lavorare.Pertanto nelle grandi aziende è sorta l'esigenza di avere un ruolo dedicato alla promozione e alla gestione dell'innovazione, dando luogo alla creazione di un profilo organizzativo ad hoc, quello del chief innovation officer (cio), ribattezzato business innovation manager (bim) nel contesto italiano per dare maggiore enfasi all'innovazione sul modello di business. Il manager dell'innovazione è un profilo aziendale consolidato nei paesi anglosassoni ed emergente nel contesto italiano ed europeo. È, in origine, l'evoluzione di diversi profili aziendali, funzionali o di processo, a seconda di quale sia il principale fattore abilitante l'innovazione in azienda. In quest'ottica il bim svolge un'attività di spinta all'innovazione di business attraverso una buona visione strategica e una conseguente capacità di pianificazione economico-finanziaria. Il profilo richiede inoltre valide capacità organizzative, di gestione del cambiamento e di negoziazione per organizzare progetti e processi d'innovazione in modo strutturato e continuativo e per favorire la creazione di un ambiente creativo e propositivo. Infine, deve possedere spiccate competenze di marketing per individuare i vuoti di offerta, stimolare la generazione di idee e trasferire le innovazioni tecnologiche sul mercato, in modo che generino valore per il cliente e per l'azienda. A corollario, una buona conoscenza delle tecnologie Ict e le loro potenzialità nelle relazioni collaborative interne ed esterne completano lo sfidante profilo del bim. Nel corso dell'ultimo anno, una ricerca svolta da SDA Bocconi, in collaborazione con Progetti Manageriali (società di servizi di Federmanager), ha indagato quanto le competenze richieste a questo nuovo profilo siano possedute dai diversi profili manageriali che oggi sono coinvolti nei processi di innovazione.La ricerca ha evidenziato alcune aree di debolezza nelle competenze di gestione dei team e delle relazioni con le risorse, anche esterne, di gestione dinamica delle core competence e di competitive intelligence e, infine, di organizzazione e gestione del processo di innovazione e degli ambienti multiprogetto.Rimane aperta la questione del percorso di carriera, di apprendimento e professionale che una figura simile deve effettuare per corrispondere al profilo ideale, specie in un contesto come quello italiano dove i percorsi di carriera sono ancora strettamente legati alla specializzazione e alla crescita verticale.