Come faccio a sapere cosa penso, finche' non vedo cosa disegno?
La produzione e l'utilizzo di artefatti materiali come bozze, disegni, boards, modelli visivi e slide facilitano la generazione collettiva di nuove rappresentazioni mentali di un prodotto o di un servizio o dell'ambiente in cui tale prodotto o servizio sarà utilizzato (consumatori, necessità, stili di vita, significati ecc.), afferma Davide Ravasi (Dipartimento di Management e Tecnologia) in Organizing Thoughts and Connecting Brains: Material Practices and the Transition from Individual to Group-Level Prospective Sensemaking (con Ileana Stigliani, Imperial College Business School, di prossima pubblicazione su Academy of Management Journal).
Lo studio è il risultato di 10 mesi di ricerca etnografica sul campo e 56 interviste formali presso una società di consulenza di design con sede a Boston e fornisce una dettagliata descrizione di come le pratiche materiali e conversazionali sostengano gli sforzi collettivi di produzione di senso (sensemaking) orientati al futuro – un processo cognitivo fondamentale in attività di sviluppo di nuovi prodotti, la formulazione di nuove strategie e idee imprenditoriali.
"Il sensemaking è comunemente considerato un processo in cui individui o gruppi cercano di interpretare situazioni nuove e ambigue", scrivono gli autori. "Il processo comincia quando le persone si trovano a far fronte a eventi o compiti che non possono essere prontamente interpretati usando le strutture mentali disponibili. La produzione collettiva di senso si sviluppa quando gli individui scambiano interpretazioni provvisorie e provano ad accordarsi su un'interpretazione condivisa di un corso d'azione".
Prendendo spunto da studi recenti che mostrano come gli individui si avvalgano di una varietà di pratiche e artefatti materiali per sostenere le pratiche conversazionali attraverso le quali scambiano, combinano e costruiscono interpretazioni, Ravasi e Stigliani scelgono di osservare il "caso estremo" di una società di design – caratterizzata da un uso particolarmente intenso di artefatti materiali – per evidenziare dinamiche che potrebbero essere rilevanti, sebbene meno visibili, anche in altri contesti.
L'osservazione che pratiche materiali diverse venivano utilizzate in momenti diversi nel corso del processo di produzione collettiva di senso, ha suggerito ai ricercatori di proporre un modello multi-fase e multi-livello (individuale, di gruppo e inter-gruppo), che evidenzia i sottoprocessi cognitivi che consentono agli attori di combinare gradualmente gli stimoli iniziali in interpretazioni provvisorie e di integrare e rifinire le interpretazioni provvisorie in un più complesso set di strutture mentali interrelate.
Nella fase di Estrazione e annotazione gli individui estraggono alcuni stimoli dal flusso di esperienza in vista di una ulteriore elaborazione cognitiva, raccogliendo prodotti, ritagli da riviste e altro materiale visivo, osservando e filmando comportamenti, e intervistando utilizzatori di prodotti e servizi. Nella fase dell'Articolazione cercano di dare ordine agli stimoli estratti, combinandoli in interpretazioni provvisorie. Tra le pratiche materiale utilizzate a questo stadio dai designer si annoverano l'assemblaggio degli stimoli materiali su poster (mood boards, user boards, etc.) o in stanze dedicate al progetto (project rooms) e il raggruppamento e separazione di particolari carte che riproducono gli stimoli. Nella fase dell'Elaborazione lo sforzo cognitivo si sposta sempre più verso l'integrazione delle interpretazioni in strutture mentali più complesse. L'elaborazione è una questione di connessioni tra le componenti emerse dalla precedente fase e si sviluppa principalmente durante incontri di gruppo. Le pratiche materiali che sostengono le discussioni verbali comprendono rappresentazioni visive di attributi di design, matrici, grafici e diagrammi che aiutano a organizzare il pensiero, sessioni collettive in cui si realizzano soprattutto schizzi e la preparazione collettiva delle slide che verranno usate per presentare le idee dei consulenti al cliente. Nella fase di Influenza la produzione di senso per un gruppo si trasforma gradualmente nel conferimento di senso (sensegiving) inter-gruppo, quando i membri del gruppo presentano le proprie idee ai clienti, rifinendo lo sforzo di storytelling che ha prodotto le slide.
Queste osservazioni aiutano i due autori a fornire un'interpretazione più strutturata di come la materialità influenzi la produzione di senso sostenendo i processi cognitivi individuali e di gruppo associati all'immagazzinamento, recupero, integrazione ed elaborazione degli stimoli nel corso dello sviluppo di nuovi concetti.