Chi si connette s'arricchisce
Anche nei paesi meno corrotti i legami familiari con i politici locali hanno un effetto positivo sulla redditività delle imprese con tali connessioni, grazie a un possibile trattamento di favore che ricevono nell'allocazione dei contratti pubblici, affermano Mario Daniele Amore (Dipartimento di Management e Tecnologia) e Morten Bennedsen (INSEAD) in The Value of Local Political Connections in a Low-Corruption Environment, di prossima pubblicazione sul Journal of Financial Economics.
I due studiosi provano la loro ipotesi studiando il caso della Danimarca (un paese sempre in fondo alle classifiche sulla corruzione) e sfruttando alcuni aspetti della riforma amministrativa del 2005, che ha accorpato 238 comuni in 65 nuove amministrazioni, lasciando invece intatti altri 33 governi locali. Si può affermare che la riforma abbia aumentato il potere dei politici eletti nelle nuove, più grandi amministrazioni, senza avere nessun effetto su quelle lasciate immutate. Gli autori confrontano allora i risultati delle imprese che hanno connessioni con i due gruppi di uomini politici prima e dopo la riforma, in un approccio denominato difference-in-differences. Il loro campione comprende le imprese che hanno legami familiari con politici che siano stati eletti sia nel 2001 (ultime elezioni prima della riforma) che nel 2005 (dopo). Per legame familiare s'intende un politico che sia amministratore delegato o consigliere d'amministrazione di un'impresa o sia genitore, figlio, fratello o sposo di uno di questi soggetti.
I dati mostrano che al raddoppio del potere di un politico (in termini di numero di abitanti per eletto, spesa per eletto e outsourcing per eletto) corrisponde pressapoco il raddoppio della redditività delle imprese connesse, misurata dalla redditività operativa del capitale investito (operating return on assets, OROA), cioè il rapporto tra l'utile ante interessi e tasse (EBIT) e il valore a libri del capitale investito.
Dal momento che il miglioramento della performance deriva anche da maggiori entrate ed è maggiore nei settori che dipendono dalle commesse del settore pubblico, gli autori suggeriscono che "i legami familiari con il settore politico aiutano le imprese ad assicurarsi più affari con le amministrazioni locali". Le amministrazioni locali in Danimarca gestiscono quasi la metà dell'intero bilancio pubblico.
Le imprese danesi con connessioni politiche sono meno produttive delle altre e il loro ingiustificato successo nel mercato delle commesse pubbliche può dunque essere classificato come una rendita che riduce il livello di benessere generale.
Mentre i precedenti studi delle connessioni politiche hanno analizzato paesi ad alta corruzione, in cui la rendita politica delle imprese è rappresentata soprattutto da un più facile accesso ai prestiti bancari, un minore costo del capitale proprio e una maggior probabilità di salvataggi pubblici,Amore e Bennedsen mostrano che, anche nei paesi con istituzioni forti, "gli affari con il settore pubblico sono un importante canale di trasferimento della rendita politica alle imprese con connessioni".
Gli studiosi concludono evidenziando una provocatoria implicazione del loro studio: se anche nei paesi meno corrotti si registrano perdite di benessere dovute all'aggiramento delle regole e a favori fatti a particolari imprese, forse è tempo di cominciare a misurare la corruzione con parametri che vadano oltre la semplice illegalità: "I nostri risultati indicano che anche nel paese meno corrotto del mondo può esserci un apprezzabile livello di corruzione legale".