C'e' un po' di stato nello Stato islamico
Da Al-Qaeda all'Is: il terrorismo internazionale si è fatto stato? Questo è il titolo di un recente articolo di Arianna Vedaschi (Dipartimento di Studi Legali), in corso di pubblicazione sul prossimo numero della Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico.
"La mia analisi", afferma Vedaschi in un video, "vuole verificare se con l'ultima metamorfosi il terrorismo internazionale si è fatto Stato, cioè se l'esperienza dell'Is possa essere ricondotta al modello statale". Nella prima parte dello studio, l'autrice ha dunque testato il sedicente IS sui tre classici elementi considerati necessari dalla dottrina costituzionalistica affinché si possa parlare di Stato: territorio, popolo e sovranità. E ha constatato che, benché esistano, presentano peculiarità e debolezze tali da non consentire una risposta certa alla domanda di ricerca.
Pertanto, nella seconda parte del paper, Vedaschi ha assunto un approccio pragmatico chiedendosi se esista o non esista un'organizzazione statale all'interno dell'Is. C'è la mano dello Stato nella vita di quella comunità territoriale? Is offre servizi pubblici? Acqua, elettricità.? C'è un sistema sanitario, un sistema di welfare?
"Concludo sostenendo che uno Stato, benché del terrore e allo stadio larvale o ancora in fieri, esiste", afferma Vedaschi. "Anzi, il progetto politico sotteso propone un modello di gestione del potere e direi un modello di società non solo alternativo a quello democratico occidentale, ma escludente, secondo la logica noi/l'altro".
C'è un po' di stato nello Stato islamico
