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Bocconi 2018/2019: Competenze e ricerca nell'Europa che funziona

, di Fabio Todesco
Inaugurato l'anno accademico. L'Europa dell'innovazione nelle parole del commissario Moedas, del presidente Monti e del rettore Verona

L'Europa dell'innovazione e della ricerca funziona. È questo il messaggio principale della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2018-2019, che si è tenuta oggi alla Bocconi. Lo ha sottolineato il presidente dell'Università, Mario Monti, lo ha argomentato il commissario europeo per la ricerca, la scienza e l'innovazione, Carlos Moedas, nel suo keynote speech Bridging the Gap: Connecting the Futures of Technology and Democracy in Europe e lo ha ribadito il rettore, Gianmario Verona, di fronte al presidente dell'European research council (Erc), Jean-Pierre Bourguignon, seduto in sala.

«L'Europa dell'innovazione funziona», ha detto il presidente Monti, «perché la capacità di innovare e di competere, oggi, si basa su due elementi: la scala dimensionale e le competenze. Nell'innovazione, come nell'economia, la scala necessaria a competere è l'Europa ed è per questo, per esempio, che un sistema di finanziamento della ricerca comparabile a quello in essere negli Stati Uniti è di fondamentale importanza».

Il rettore Verona ha incentrato il suo intervento sullo sviluppo delle competenze e dell'imprenditorialità per fare fronte ai cambiamenti di un mondo globale e interconnesso. «Il sistema educativo», ha detto, «deve anticipare le nuove tendenze e formare i profili necessari a colmare il divario tra domanda futura di lavoro e offerta. Ciò significa, in primo luogo, sviluppare solide competenze di base nelle aree disciplinari tradizionali, ma oggi significa anche il trasferimento delle competenze digitali: una nuova forma di linguaggio, che richiede una alfabetizzazione differente da quella a cui le generazioni precedenti sono state abituate».

La Bocconi, ha detto il rettore, raggiunge l'obiettivo di sviluppare competenze e imprenditorialità grazie al capitale umano dei propri docenti e studenti e alla conoscenza che si crea attraverso la ricerca. Il capitale umano dei docenti è esemplificato dai nuovi professori reclutati sul mercato del lavoro accademico internazionale: 24 solo nell'ultimo anno, 21 dei quali provenienti da università internazionali, 17 stranieri, 8 ordinari, a testimonianza di una crescente attrattività internazionale. Anche il capitale umano degli studenti è funzione dell'attrattività della Bocconi e le sue cinque scuole hanno potuto selezionare gli studenti ammessi su un numero di richieste che, in due anni, è aumentato del 19% ad oltre 20mila unità, con le application degli stranieri in aumento addirittura del 40,7%.

La qualità della ricerca è, invece, attestata dal numero di citazioni degli articoli scientifici scritti dai docenti Bocconi, quasi raddoppiate (+95%) in due anni, dall'interesse del mondo produttivo per finanziare nuove cattedre intitolate (alla Bocconi ce ne sono 16) e dal crescente successo nell'aggiudicarsi finanziamenti nazionali o internazionali assegnati su base competitiva e in base alla bontà dei progetti, come nel caso degli Erc grant.

Da quando è stato istituito nel 2007, l'Erc e la Bocconi hanno compiuto un cammino parallelo. L'Erc, il primo organismo europeo per finanziare la ricerca di frontiera, si è dimostrato un grande successo: allo scopo di promuovere la ricerca di base in tutto il continente utilizzando come unico criterio di selezione l'eccellenza scientifica, esso ha finanziato 9.000 progetti per un totale di 65.000 ricercatori coinvolti e ha influenzato il modo in cui molti stati membri strutturano i loro programmi di finanziamento della ricerca. La Bocconi, in questi 11 anni, ha ospitato 32 progetti, facenti capo a 26 ricercatori, in ogni campo delle discipline economiche, sociali e giuridiche, per un totale di 34 milioni di euro di finanziamento e oltre 200 ricercatori coinvolti, trovando nell'Erc un autorevole ente che ha contribuito alla sua legittimazione come top player europeo nella ricerca sociale.

Il presidente Monti ha ricordato il ruolo pionieristico svolto dalla Bocconi, nel 1990, nella promozione della ricerca europea con la costituzione di un centro di ricerca economica europeo con una massa critica tale da arginare il processo di brain drain che caratterizzava quegli anni. Il centro in questione è l'Igier (Innocenzo Gasparini Institute for Economic Research), progettato in collaborazione con il Centre for economic policy research (Cepr) di Londra e l'americano National bureau of economic research (Nber), che partecipano tuttora alla governance, e alla cui nascita hanno contribuito in modi diversi, oltre allo stesso Monti e a Francesco Giavazzi, Richard Portes, Luigi Spaventa, William Branson e Stanley Fischer.

È di quest'anno, invece, l'istituzione di un centro sull'economia dello spazio, il See (Space economy evolution) Lab di SDA Bocconi, che collabora con enti quali l'Agenzia spaziale italiana, l'Istituto nazionale di astrofisica, l'Agenzia spaziale europea e il Comitato per la ricerca spaziale. Il See Lab ha, inoltre, sottoscritto pochi giorni fa un accordo con l'Office for outer space affairs (Oosa) delle Nazioni Unite.

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Scheda: ERC@Bocconi

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