Bes: tre lettere per misurare il benessere meglio del Pil
Il Rapporto della Commissione sulla misura della performance economica e del progresso sociale, il cosiddetto Rapporto Stiglitz, è stato un passo importante in diverse direzioni. Dalla sua presentazione al pubblico nel 2009, ha dato origine a un'ampia discussione sulle sue prescrizioni. I media, la stampa, i vari portatori d'interessi e la comunità accademica sono stati coinvolti in dibattiti centrati sul superamento del Pil per la misurazione della performance economica e del progresso sociale.
Il Pil è una misura della produzione di un paese in un periodo di riferimento e non è in grado di fornire alcuna indicazione sulla qualità della vita dei cittadini né sul progresso della società nel suo insieme. La qualità della vita è un concetto ampio e articolato che si riferisce a molteplici caratteristiche di un individuo quali lo stato di salute e la longevità, l'entità delle risorse monetarie, il regime di occupazione e il tipo di professione, le condizioni abitative, il grado di sicurezza, di libera espressione del proprio pensiero e il livello di soddisfazione verso diverse caratteristiche della propria vita. Nel Rapporto si afferma che il benessere individuale è un fenomeno multidimensionale e che diverse dimensioni, oltre il reddito, dovrebbero essere considerate quando si procede alla misura del benessere; si richiama la necessità di indici di qualità della vita che siano in grado di valorizzare tutti i momenti della distribuzione, non solo la media; si collegano ambiti di letteratura che si sono sviluppati in modo indipendente e che si trovano raramente insieme in contributi scientifici, quali la letteratura sul benessere individuale soggettivo e sulla felicità e quella sulla misura multidimensionale del benessere basata su indicatori oggettivi. Il Rapporto Stiglitz non è l'unico documento apparso negli ultimi anni a opporsi al Pil come indicatore principe della performance economica. A livello internazionale l'Ocse, in occasione del 50esimo anniversario della sua fondazione, ha lanciato la campagna "Oecd Better Life Initiative". L'indice per una vita migliore è parte di questa iniziativa. Chiunque, collegandosi al sito https://www.oecdbetterlifeindex.org/, ha la possibilità di creare il proprio indice e di analizzare la situazione del proprio paese rispetto ad altri in base alle dimensioni ritenute rilevanti. La Commissione europea, con la comunicazione "Oltre il Pil: misurare il progresso in un mondo che cambia", ha sottolineato la necessita di avere nuovi indicatori in ambito europeo che catturino tra l'altro la sostenibilità ambientale e l'esclusione sociale.In Italia, il presidente del Cnel, Antonio Marzano, e il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, hanno avviato durante i primi mesi di quest'anno la costituzione di un "Gruppo di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana", composto da rappresentanze delle parti sociali e della società civile e una "Commissione scientifica per la misura del benessere", composta da rappresentanti della comunità scientifica. Obiettivo del gruppo e della commissione è lo sviluppo di un approccio multidimensionale del "Benessere equo e sostenibile" (Bes), che integri il Pil con altri indicatori delle diseguaglianze in diversi aspetti della qualità della vita e della sostenibilità intesa come capitale fisico, sociale, ambientale, umano che saranno trasmessi alle generazioni future. Da venerdì 4 novembre è disponibile un blog (https://www.misuredelbenessere.it/) che consentirà a tutti di esprimere un'opinione sulla selezione e sull'importanza delle dodici dimensioni della qualità della vita proposte nell'ambito del progetto Bes. Da questo lavoro, entro il 2012, nascerà il primo rapporto complessivo sulla qualità della vita in Italia. Avremo finalmente un indicatore ufficiale, il Bes, sul nostro benessere che mi auguro verrà preso in considerazione dai decisori politici.