Anche i piccoli dematerializzano: 1,8 milioni di imprese in cerca di efficienza
La dematerializzazione non è solo per i più grandi. Se indagini precedenti hanno stimato in 60 miliardi di euro il mercato potenziale italiano di posta elettronica certificata, fatturazione elettronica, conservazione sostitutiva e firma elettronica per le imprese di medie e grandi dimensioni (50 o più addetti), l'Indagine quantitativa sul tema della dematerializzazione nelle microimprese italiane di Armando Giudici della Document Management Academy della Sda Bocconi, della quale è appena partita la Terza edizione, mostra che esiste una platea di circa 200.000 imprese tra 10 e 49 addetti pronte a sostenere investimenti per avviare la dematerializzazione, oltre a una massa di circa 1,6 milioni imprese sotto i 10 addetti che potrebbero essere interessate in parte alla fatturazione elettronica e alla conservazione sostitutiva (molto dipende dalla quantità di fatture emesse), ma che potrebbero subito trarre vantaggio dalla firma elettronica e dalla posta elettronica certificata. Un mercato potenziale, dunque, che ammonta a 1,8 milioni di imprese sulle 4,4 milioni attive in Italia.
Le aziende che hanno partecipato alla ricerca sono state circa 3.000, con una distribuzione del tutto simile a quella reale dell'intero universo delle aziende italiane.
L'indagine ha confermato la scarsa conoscenza del tema della dematerializzazione da parte delle piccole imprese. Più del 79% ammette di sapere poco o nulla della conservazione sostitutiva, oltre il 52% della fatturazione elettronica e oltre il 48% della posta elettronica certificata. Se si escludono i commercialisti, relativamente meglio informati, le percentuali di chi ignora tutto o quasi del tema sono ancora più alte.
Mentre la posta elettronica certificata registra già una discreta diffusione (25% del campione), rimane marginale l'uso della fatturazione elettronica (16%) e soprattutto della conservazione sostitutiva (4%).
La conservazione sostitutiva è il tema sul quale le piccole imprese chiedono maggiori informazioni: circa il 35% delle imprese, rispetto al 23-24% che chiede più informazioni su fatturazione elettronica e posta elettronica certificata e il 18% che vorrebbe saperne di più di firma elettronica; una distribuzione che ricalca quella dei benefici attesi dai diversi strumenti.
Il dato più interessante che emerge dalla rilevazione è la consapevolezza dei benefici che potrebbero derivare dalla dematerializzazione: la motivazione principale delle piccole imprese non consiste, infatti, né negli obblighi di legge (19,7%), né nella riduzione dei costi (25,3%, bensì nella maggiore efficienza operativa (55%).
Il forte interesse delle imprese per conservazione sostitutiva e fatturazione elettronica è controbilanciato, però, da un'attività spesso insufficiente a giustificare l'investimento necessario alla dematerializzazione: il 75% delle imprese in oggetto denuncia, per esempio, di emettere meno di 1.000 fatture l'anno. "Il mercato probabilmente più interessante", riflette dunque Giudici, "è quello delle aziende con più di 10 dipendenti che emettono un numero di documenti sufficienti a renderle adatte economicamente agli investimenti in strumenti di conservazione e fatturazione elettronica".
I documenti che si vorrebbero dematerializzare con maggiore urgenza sono le fatture clienti (27,2% delle imprese), seguite da fatture fornitori (26,4%), libri contabili e sociali (19,5%), dichiarazioni dei redditi (16,6%) e cedolini paga (10,3%).
In definitiva quello delle piccole imprese, per i fornitori di dematerializzazione documentale, potrà rivelarsi nel prossimo futuro un mercato ampio e ricettivo (consapevole degli effettivi benefici da attendersi).
Il grande sforzo quindi che l'intero sistema (pubblica amministrazione, legislatore, associazioni di categoria, commercialisti e produttori e distributori di software) dovrà produrre nei prossimi mesi è quindi di tipo informativo e formativo, con l'intento di creare nuovi interlocutori nelle piccole organizzazioni in grado di dare valore a investimenti per l'innovazione, che soltanto ad una miope approssimazione possono sembrare ispirati a necessità di compliance normativa.