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Un articolo in corso di pubblicazione di Andrea Colli e due colleghi mette in luce il contributo delle caratteristiche familiari all'internazionalizzazione delle nuove multinazionali italiane e spagnole di medie dimensioni

Il carattere familiare delle imprese di medie dimensioni italiane e spagnole ha aiutato molte di esse a diventare "nuove multinazionali" negli ultimi vent'anni, secondo Family Character and International Entrepreneurship. A Historical Comparison of Italian and Spanish "New Multinationals", un articolo di Andrea Colli (Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico), con Esteban García-Canal (Universidad de Oviedo) e Mauro Guillén (Wharton School), in corso di pubblicazione su Business History.

A partire dalla metà degli anni '80 la demografia imprenditoriale di Italia e Spagna è radicalmente cambiata in reazione alla globalizzazione, trasformandole da economie chiuse in se stesse (con investimenti diretti esteri in uscita pari a un misero 2% del PIL) in economie molto dinamiche (nel caso dell'Italia il numero di imprese manifatturiere che controllano attività che generano reddito all'estero si è pressoché decuplicato, passando da 282 a 2.784). E la maggioranza di queste multinazionali è sia a controllo, sia a gestione familiare, a dispetto della visione tradizionale che spaccia le imprese familiari come legate al mercato interno e conservatrici nei comportamenti.

"Invece di fare leva sulla tecnologia e i marchi in modo tradizionale", scrivono gli autori, "queste nuove multinazionali sono cresciute in tutto il mondo basandosi sulla capacità di organizzare, gestire, realizzare e fare network" - soft skill che Colli e i suoi colleghi associano al carattere familiare attraverso l'analisi della storia di sei imprese (tre italiane: De Agostini, Sol e Fontana; e tre spagnole: Planeta, ALSA e Gestamp) in settori strettamente correlati.

Le case-history dimostrano che il capitale umano con caratteristiche specificamente legate all'impresa (nella forma di forte dedizione, basso turnover del top management e precoce coinvolgimento delle nuove generazioni), la dotazione di capitale sociale (relazioni con gli stakeholder esterni), la pazienza del capitale finanziario (nel senso di un orizzonte di lungo periodo) e bassi costi di agenzia hanno contribuito in modo decisivo all'espansione delle nuove multinazionali garantendo maggiore libertà ai manager in fase di sviluppo del modello di business; facilitando lo sfruttamento e il trasferimento di questo modello a mercati esteri; rendendo più semplice l'adozione di strutture di governance basate sulla fiducia.