Tagliare le tasse sul lavoro non serve se non ci sono buoni nidi
La disponibilità e la qualità di cure non genitoriali consente a padri e madri di conciliare in modo efficace il lavoro e la vita familiare. La strategia di Lisbona ha fissato l'obiettivo di garantire un posto nei servizi per l'infanzia ad almeno il 33% dei bambini tra 0 e 2 anni, ma molti paesi europei, Italia compresa, sono ancora lontani da questo obiettivo. Oltre a incentivare l'offerta individuale di lavoro, i servizi per l'infanzia sono cruciali anche per promuovere la formazione delle abilità del bambino.
Il ruolo dei servizi per l'infanzia come elemento importante per l'acquisizione di capitale umano da parte del bambino è frequente oggetto di studio nella letteratura psicologica e sociologica. Gli economisti hanno riconosciuto tale importanza solo da poco, come documentano due recenti filoni di letteratura. Il primo descrive la formazione delle abilità individuali come un processo dinamico, caratterizzato da forti complementarietà tra gli investimenti in capitale umano in diversi momenti del ciclo di vita. Dato che ci sono periodi critici per lo sviluppo di abilità cognitive e non-cognitive, il successivo recupero di deficit precoci nella formazione di alcune importanti abilità è difficile e costoso. Un secondo filone di letteratura analizza l'importanza del tempo passato con i genitori, e soprattutto con la madre, rispetto ad altre tipologie di assistenza all'infanzia, nel determinare le abilità del bambino. Contributi recenti hanno evidenziato che, in media, la sostituzione del tempo materno con altre fonti di cura produce effetti negativi sulle abilità dei bambini. Importanti differenze emergono tuttavia qualora si considerino tipologie alternative di cure non genitoriali e differenti livelli d'istruzione materna: per esempio, i servizi "formali" (come nidi e asili) possono avere effetti positivi sui bambini di madri scarsamente istruite. Più in generale, questa letteratura suggerisce che è corretto includere i servizi per l'infanzia nel processo di formazione delle abilità e che l'impatto che questi hanno sull'accumulazione di capitale umano varia a seconda delle circostanze.
Questi sono i punti di partenza di due recenti contributi (A. Casarico, A. Sommacal, Labor, Income Taxation, Human Capital and Growth: The Role of Child Care, in pubblicazione su The Scandinavian Journal of Economics e A. Casarico, L. Micheletto e A. Sommacal, Intergenerational Transmission of Skills during Childhood and Optimal Public Policies, CESifo e Econpubblica working paper) in cui analizziamo come l'inclusione dei servizi per l'infanzia nel processo di accumulazione di capitale umano condizioni gli effetti della tassazione dei redditi da lavoro e il disegno ottimale di altri strumenti d'intervento pubblico, come ad esempio i sussidi ai servizi per l'infanzia.
Si consideri, per esempio, una riduzione della tassazione sui redditi da lavoro. Si pensa generalmente che una riduzione della tassazione, rinforzando gli incentivi a lavorare, promuova lo sviluppo. Tuttavia, se imposte più basse implicano un aumento dell'offerta di lavoro, comporteranno anche la sostituzione del tempo dei genitori, che si riduce, con altre forme di cura del bambino. Tale sostituzione avrà a sua volta effetti sulla qualità dell'ambiente dei bambini, che è una determinante del processo di formazione del capitale umano. Una modifica della tassazione del lavoro influenza dunque l'accumulazione di capitale umano attraverso l'impatto sulle scelte di cura dei bambini. Per ragionevoli valori dei parametri del modello, il tasso di crescita reagisce meno al taglio delle imposte sul lavoro se si tiene conto del fatto che il tempo trascorso dai genitori con i bambini influenza la formazione del capitale umano di questi ultimi. Ciò sembra suggerire che la letteratura esistente potrebbe sovrastimare l'effetto positivo sulla crescita di una riduzione della tassazione sul lavoro. Ma di quanto? Questo dipende in modo cruciale dalla produttività relativa del tempo dei genitori e delle altre tipologie di cura nel determinare il capitale umano dei figli. Se interpetiamo questa produttività relativa come una misura della qualità relativa dei servizi all'infanzia, i nostri risultati suggeriscono che tale qualità è importante per determinare l'impatto della tassazione sulla crescita: più la qualità è scarsa, più limitato sarà l'impatto sulla crescita di una riduzione delle imposte. Da questo punto di vista si può concludere che il ruolo giocato dalla cura all'infanzia nel processo di formazione delle abilità è rilevante da un punto di vista macroeconomico, perché influenza gli effetti di lungo periodo della tassazione sulla crescita.
La qualità dei servizi per l'infanzia gioca un ruolo importante anche nel ridurre la trasmissione nel tempo delle disuguaglianze: l'esposizione a servizi per l'infanzia di buona qualità può incrementare la probabilità che un bambino di talento, ma con un background familiare svantaggiato, possa costruirsi un buon capitale umano. Secondo le nostre simulazioni, un governo che trascuri questo aspetto nel decidere la propria politica fiscale determinerà una perdita di benessere compresa tra lo 0,2% e il 5,7% del consumo aggregato. Una perdita che sarebbe meglio evitare.