Rinnovabili, opportunita' da cogliere per l'industria italiana
Il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal pacchetto Clima-Energia approvato dall'UE nel 2009 (il piano 20-20 per il 2020) rappresenta un'importante opportunità di crescita per le industrie della 'green economy'. Ad illustrarlo uno studio dello Iefe Bocconi (Istituto di economia e politica dell'energia e dell'ambiente) sulle prospettive economiche e occupazionali per il settore delle tecnologie rinnovabili e in particolare per chi sviluppa tecnologie e servizi per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili.
Per cogliere tale opportunità però sarà necessario, secondo lo studio, far sì che l'industria nazionale sia in grado di soddisfare la domanda interna sostenuta da politiche di promozione delle rinnovabili. Una prospettiva che richiede di rispondere alla sfida di agguerriti produttori mondiali di tecnologia e modificare, almeno parzialmente, la situazione attuale che vede importate il 70% delle tecnologie utilizzate nel mercato italiano.
Lo studio, condotto da Annalisa D'Orazio, direttore di ricerca allo Iefe Bocconi, ha nella prima parte elaborato delle stime per diversi scenari di sviluppo basate su diverse valorizzazioni della filiera produttiva del settore delle tecnologie rinnovabili.
In un primo scenario di basso sfruttamento delle opportunità e potenzialità, in continuità con la linea riscontrata in Italia negli ultimi anni, lo studio ipotizza che il settore nazionale possa realizzare investimenti per circa 30 miliardi di euro nei prossimi 12 anni e raggiungere un'occupazione di 100.000 unità. In una seconda prospettiva di medio sfruttamento, con una maggiore diversificazione dei produttori leader nel campo delle tecnologie convenzionali (verso le bio-energie e la cogenerazione e i segmenti a maggiore valore aggiunto), l'industria potrebbe realizzare investimenti per 50 miliardi di euro nei prossimi 12 anni e 150.000 posti di lavoro, riducendo le esportazioni al 50%.
Nella terza prospettiva, di alto sfruttamento, l'industria italiana persegue l'obiettivo strategico di sviluppo della produzione delle tecnologie rinnovabili anche al fine di stabilire una leadership nel mercato internazionale. In tale scenario, il solo mercato italiano potrebbe generare investimenti per 70 miliardi di euro nei prossimi 12 anni e raggiungere 175.000 occupati. Il totale giro d'affari in Italia sarebbe di 100 miliardi e gli occupanti 250.000 di cui, per entrambi, solo il 30% sarebbe dunque coperto da esportazioni e imprese estere.
"L'industria dovrà però essere tempestiva, in risposta alle esigenze di mercato, e allo stesso tempo lungimirante, guardando alle traiettorie future delle tecnologie rinnovabili con investimenti significativi in ricerca e sviluppo," spiega D'Orazio. "E' importante sfruttare le risorse e competenze in Italia già acquisite in altri settori (meccanica, automazione, elettrotecnica) per non lasciare alle sole importazioni gli apparati e componenti per gli impianti a fonti rinnovabili."
Per quanto riguarda la crescita occupazionale, i comparti maggiormente coinvolti sono le bio-energie (40%), l'industria eolica (31%) e quella delle tecnologie solari, fotovoltaiche e a concentrazione (11%).
"L'Italia non può perdere le opportunità derivanti dalla domanda di tecnologie a basso contenuto di carbonio, a loro volta spinte dalle scelte di politica energetica e ambientale. Esperienze di altri paesi, Germania in primo luogo, mostrano i benefici sul sistema Paese in termini industriali e occupazionali derivanti dalla concentrazione degli sforzi sull'impianto produttivo e sulle iniziative imprenditoriali e non solo sulle politiche rivolte all'uso di servizi energetici più puliti" illustra D'Orazio nello studio. "Per cogliere l'opportunità, l'Italia non deve essere un sistema produttivo passivo e importatore di sistemi e apparati ed è necessaria un'azione concertata tra forze produttive e soggetti istituzionali. L'esperienza dei paesi leader mostra che le misure di spinta alla tecnologia (integrazione di politiche, aiuti per la ricerca e sviluppo) sono decisive per la nascita di un'industria delle tecnologie rinnovabili e dunque le politiche pubbliche in Italia devono svolgere anche un ruolo di indirizzo."