In ospedale la cura e' l'age management
La mancanza di cura del benessere organizzativo all'interno delle aziende sanitarie può condizionarne il funzionamento e la gestione economica. I risultati della ricerca Cergas Bocconi raccolti nel libro di Carlo De Pietro, Guglielmo Pacileo, Agnese Pirazzoli e Marco Sartirana Le inidoneità e le limitazioni lavorative del personale Ssn. Dimensioni del fenomeno e proposte (Egea) mostrano la rilevanza del fenomeno. I dipendenti del Ssn con limitazioni totali o parziali al lavoro sono l'11,8% degli organici complessivi, con picchi che superano il 20% in alcune categorie d'inquadramento professionale e nelle fasce d'età più avanzata. «Le limitazioni sono diverse», spiega Sartirana. «Si va dalla movimentazione di carichi e pazienti al burn-out che si registra in contesti stressanti». Si tratta di vincoli importanti con ripercussioni non solo sulla salute dei lavoratori, ma anche su funzionalità aziendale, spesa pubblica, qualità dell'assistenza.
Le aziende sanitarie possono fare molto per intercettare e gestire questi problemi prima che diventino irreparabili: sistemi informativi per monitorare il fenomeno, identificare le aree critiche e discutere strategie di prevenzione; investimenti in tecnologie, per esempio sollevatori per pazienti, in grado di aiutare i lavoratori nei compiti più gravosi; sportelli di supporto psicologico per dipendenti; team di lavoro in cui integrare le professionalità di tutti i soggetti coinvolti (medici del lavoro, responsabili della prevenzione, direzioni infermieristiche, direzioni del personale, etc).«Il problema è strettamente legato all'invecchiamento degli organici. Le aziende devono perciò imparare a fare age management per il benessere dei dipendenti. Significa costruire percorsi di gestione delle risorse umane che prevedano la possibilità di flessibilità di orario per dipendenti senior e la rimodulazione delle attività con l'avanzare dell'età, come per esempio riduzione dei turni notturni, collocazione in aree a minor intensità, valorizzazione dell'esperienza e delle competenze». La ricerca è ora entrata nella seconda fase che mira a individuare le scelte di politica sanitaria che le regioni possono mettere in atto a supporto delle aziende ospedaliere e delle Asl.
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