Mercato delle idee per la finale di Parigi
Parigi val bene un problema. Se poi il problema è lo yogurt (il cui consumo in Italia è di 5 kg pro capite all'anno contro una media europea di 20), allora la soluzione diventa un caso da risolvere al "Mercato delle Idee", momento finale del Trust di Danone, cioè dell'international business game che l'azienda propone con lo scopo di scoprire e incentivare nuovi talenti, che si è svolto nella capitale francese il 6 aprile.
A rappresentare la Bocconi e l'Italia a Parigi sono andati Alessandro Bracco, Alexia Chodron de Courcel, Bob Koch e Daniele Semenza che frequentano in Bocconi la laurea specialistica in General Management in inglese, Matteo Malesani, che invece è iscritto al corso di laurea specialistica in Discipline economiche e sociali – Des, ovvero i vincitori italiani del Trust Day tenutosi nelle Università di Genova, Savona, Pavia e Milano (in Bocconi).
"L'idea di partecipare", racconta Alessandro, "è venuta a Daniele che, dopo aver assistito alla presentazione della Danone in Bocconi organizzata dal Sop - il servizio stage orientamento professionale dell'Università- ha deciso di formare una squadra di ragazzi che avessero esperienze e conoscenze diverse e quindi complementari". La prima fase del business game, in Bocconi il 29 novembre scorso, è stata giocata da 8 gruppi di studenti tutti bocconiani, e consisteva nella gestione di una società neo-acquisita da Danone in Sud America. L'ambiente competitivo era simulato da un software, e le decisioni strategiche che si dovevano prendere riguardavano tutte le aree funzionali dell'impresa. L'impatto delle scelte del gruppo era registrato dai Trust Indexes, indicatori rappresentativi del livello di fiducia degli stakeholders nei confronti delle attività di management.
Infine, il piano strategico doveva essere formalizzato in una lettera al C.E.O., il quale avrebbe dovuto approvare il business plan.
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I cinque Bocconiani del Trust di Danone |
Passato il turno, i cinque ragazzi hanno avuto l'opportunità di presentare il loro piano strategico triennale al C.E.O. di Danone Italia. "La fase più difficile è stata rispondere alle minuziose domande e osservazioni che i membri del Board of Directors di Danone hanno fatto sul nostro progetto", dice Alessandro. "In particolare, siamo rimasti colpiti dall'attenzione che hanno prestato ad ogni dettaglio del business plan: questo ha sicuramente ripagato i nostri sforzi".
Il progetto presentato dalla squadra Bocconi è stato votato il migliore per organicità, coerenza e innovatività dei contenuti.
"A Parigi, invece, il clima era diverso", racconta Daniele, "là abbiamo incontrato i manager Danone da tutto il mondo". Ciascuna squadra doveva esporre la soluzione di un caso relativo al proprio paese di provenienza; per tre volte, in inglese e davanti a gruppi di 20 manager internazionali. Non c'è stato un solo vincitore, là era come se lo fossero già. La competizione aveva lasciato il posto alle idee, al confronto tra culture, usi e costumi di paesi diversi.
"Siamo molto soddisfatti", continua Daniele, "anche perché i tutor Danone, che ci hanno seguito nei tre giorni a Parigi, si sono complimentati con noi per la professionalità con la quale abbiamo affrontato la situazione".
Hanno ancora un anno di studi davanti prima di raggiungere il traguardo della laurea, ma i bocconiani si sono già guadagnati uno stage in Danone e "perché no", conclude Daniele, "mi piacerebbe lavorare in Danone quanto meno perché vorrei che il problema che ci hanno proposto fosse risolto applicando anche le nostre idee".