La legge di Katia
"Mio nonno, sin da quando avevo 12 anni, mi ha sempre detto che da grande avrei dovuto fare l'avvocato per quanto parlavo". E così ha fatto Katia Novakova, studentessa dell'ultimo anno della laurea specialistica in Giurisprudenza alla Bocconi, bulgara di origine, ma cittadina del mondo. E a ragione se si pensa che a soli 24 anni conosce perfettamente sette lingue: italiano, bulgaro, inglese, francese, tedesco, russo e spagnolo e ha già girato gran parte del mondo. "Tutto ciò", ci confessa Katia, "è stato possibile grazie anche ai miei genitori che mi hanno sempre portato con loro nei vari viaggi, anche di lavoro. Sono imprenditori, hanno un'azienda di materie prime, commerciano sabbia e minerali".
Un futuro che poteva essere già segnato come succede alla maggior parte dei figli di imprenditori, ma Katia non l'ha preso in considerazione almeno come dice fin tanto che non si sia creata una posizione sua: "Del resto se volessi entrare un giorno nel cda dell'azienda potrei sempre farlo". Quindi si è buttata sugli studi giuridici, seguendo il lume del nonno e oggi, mentre frequenta uno stage presso lo studio De Berti Jacchia, si può dire che abbia già intascato il suo primo successo, la partecipazione al Willem C. Vis international commercial arbitration moot. Ovvero le olimpiadi dell'arbitrato internazionale che si sono svolte a Vienna dal 7 al 13 aprile scorso. "Durante un'ora di lezione in Bocconi il prof. Giovanni Iudica ci disse che c'era questa opportunità, quindi di organizzare una squadra e di metterci al lavoro". Una vera opportunità poiché questa competizione viene considerata tra le più prestigiose nel panorama dell'arbitrato internazionale e raccoglie ogni anno oltre 50 paesi e circa 160 squadre. Per l'Italia era la prima volta e l'obiettivo era sconfiggere Harvard, la vincitrice storica. "Ci siamo riusciti", ci dice Katia, "li abbiamo fatti tremare". Katia così si fa carico di organizzare la squadra composta da altri sei studenti di giurisprudenza della Bocconi (Elisa Musso, Alessandra Ghezzi, Elena Marchetto, Silvia Maroni, Massimo Castiglioni e Maria Tindara Manganaro) e di mantenere il coordinamento con gli avvocati. La gestione delle fasi della competizione era garantita da un coach, l'avvocato Michelangelo Cicogna, e ci sono stati a novembre la produzione di una prima memoria, a gennaio di una seconda, ad aprile le udienze e lo scontro finale con Harvard, Roshtock, Hong Kong e G. Washington. Il caso era una vendita internazionale di beni. "Una bella esperienza", confessa Katia, "ma adesso devo guardare avanti".
Mai fermarsi sembra dirci e infatti già pensa al prossimo mese quando sarà a Mosca per concludere lo stage e scrivere la tesi e poi in India finalmente per una vacanza. E poi? Un lavoro in uno studio internazionale di diritto, ovviamente con sedi nel mondo. Ma Katia è solo giurisprudenza? No, è anche pittrice. Ha vinto alcuni premi, ci confessa, e da poco si è presa carico di essere la rappresentante ufficiale in Italia di una casa editrice bulgara (Hristo Botev), che si occupa di varie pubblicazioni, da quelle per ragazzi a collane storiche, giuridiche ecc. In questo modo anche un po' di vita di società, cene, convegni, manifestazioni, ricevimenti ... tanto per occupare anche le serate dopo l'ufficio.