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Impresa sociale, la lezione di Paul Newman

, di Fabio Todesco
Le imprese, coi profitti, possono diventare il più potente strumento di cambiamento sociale, sostiene Francesco Perrini in un libro, portando ad esempio l’esperienza del grande attore, imprenditore del settore alimentare

Francesco Perrini
Social entrepreneurship
Imprese innovative per il cambiamento sociale

Egea, 2007
352 pagine, 20 euro
Prefazione di Paul Newman

L'idea del microcredito e la creazione della Grameen Bank, 30 anni fa, sono valsi a Muhammad Yunus il Nobel per la Pace nel 2006, ma oggi i veri protagonisti del microcredito sono i fondi appositi costituiti da quasi tutte le più grandi banche del mondo. Il settore non-profit e quello for-profit possono integrarsi per fare in modo che il primo individui i bisogni sociali e ne sperimenti, eventualmente, le soluzioni e il secondo intervenga, con i suoi mezzi economici e la sua organizzazione, quando tali soluzioni vanno replicate su grande scala e con efficienza.

Ma non solo. Francesco Perrini in Social entrepreneurship. Imprese innovative per il cambiamento sociale (Egea, 2007, 352 pagine, 20 euro, prefazione di Paul Newman), sostiene che l'impresa può essere il vero motore del cambiamento sociale dei nostri giorni, quando pone come propria priorità la creazione di valore sociale, ma con "la tensione costante verso l'innovazione e la sostenibilità economica".

Il libro di Perrini, ordinario di economia e gestione delle imprese alla Bocconi, dove insegna anche corporate social responsibility, affronta fenomeni emergenti come quello della venture philanthropy, che si pone l'obiettivo di assicurare fattibilità, efficacia, replicabilità e sostenibilità alle soluzioni a bisogni sociali individuate dagli imprenditori; fondazioni private o corporate, dunque, che non si accontentano più di dare un appoggio all'impresa sociale in fase di fund-raising, ma mettono in campo una strategia d'investimento completa, compresa la progettazione di un'uscita dalla relazione che consenta futura autonomia all'organizzazione finanziata.

Un esempio di questo genere di strategia è la Newman's Own, una società del settore alimentare avviata nel 1982 dall'attore Paul Newman. Partita con i condimenti per insalata (sono suoi quelli utilizzati da McDonald's in America) e i sughi per la pasta, oggi produce una gamma diversificata di prodotti, che va dalle bibite, ai popcorn, ai cibi organici. Negli anni l'impresa ha registrato 220 milioni di dollari di profitti, distribuiti a Paul Newman, che li ha interamente devoluti a iniziative sociali, prima tra tutte la Hole in the Wall Gang Camp, un'associazione che offre vacanze a contatto con la natura a bambini affetti da malattie gravissime.

Una buona metà del libro è dedicata agli esempi di imprenditoria sociale innovativa. Tra i più significativi ce n'è uno legato alla tecnologia. L'americana Benetech, fondata da un esponente della comunità della Silicon Valley, si presenta come un incubatore che sostiene lo sviluppo di iniziative tecnologiche legate alla soluzione di importanti bisogni sociali. Tra i progetti in corso ce ne sono alcuni per la condivisione online di libri scritti in formati digitali accessibili a persone con gravi handicap o di libri tradizionali, ma per chi abita in villaggi del terzo mondo, altri che hanno a che fare con le violazioni dei diritti umani. Quattro i capitoli dedicati a imprese italiane: San Patrignano (Innovare contro l'emarginazione); Vita (Una social entrepreneurial venture nel mondo della comunicazione); Teleserenità (Innovazione nel settore socio-assistenziale) e Lifegate (Difendere l'ecocultura).

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