Il decalogo di Santaniello
1. La bussola psicologica dei valori europei. Malgrado le difficoltà, i problemi e le tensioni spesso conflittuali, l'appartenenza a una comunità che storicamente si regge su valori quali l'apertura, il rispetto, la solidarietà e la tolleranza appare una importante leva «psicologica», che spesso riesce persino a scaldare la freddezza tecnocratica, vera o presunta, delle istituzioni comunitarie.
2. Uno spazio condiviso di pace. Il grande progetto europeo è nato cinquanta anni fa come un grande «patto per la pace», frutto di quella paura del domani che ha caratterizzato le generazioni uscite dalla guerra mondiale; proprio quelle generazioni che hanno dato vita al progetto. È chiaro che per le nuove generazioni i bisogni e le percezioni sono diverse, ma proprio l'evoluzione storica di questi ultimi decenni mostra come l'appartenenza a uno spazio condiviso di pace abbia significative e decisive implicazioni politiche.
3. La democrazia come modello. È opinione diffusa che l'Unione Europea detenga un grande soft power, un potere dolce di attrazione, la capacità di essere un modello, in termini di valori e principi; potere spesso contrapposto – certo diverso – all'hard power, basato sulla forza squisitamente politica e militare. Una delle dimostrazioni è il fatto che tutti i paesi usciti dalla logica della guerra fredda, che ha portato a una parcellizzazione dell'Europa stessa, hanno trovato nell'Unione Europea la spinta propulsiva verso la democrazia e sono stati attratti dal modello europeo nella ricerca di stabilità e prosperità.
4. La qualità di vita europea. Nei dibattiti in cui impera l'elenco delle cose che l'Europa unita non fa e che invece dovrebbe fare per i suoi cittadini, per i quali sono naturalmente prioritari i bisogni legati al lavoro e al benessere, fa fatica a emergere quella che viene chiamata «l'Europa dei risultati», ovvero tutte quelle azioni intraprese che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini. Oggi la qualità di vita degli europei ha garanzie sovranazionali, evidenti soprattutto in due ambiti di grande impatto sociale: la tutela dei consumatori e la salvaguardia dell'ambiente. Non vanno neanche misconosciute, come spesso si fa, le facilitazioni e le semplificazioni che caratterizzano l'Europa-spazio, tra cui anche quelle legate all'introduzione dell'euro, che pure è stato percepito più come problema che come opportunità.
5. La promozione dell'inclusività. Il progetto europeo è inclusivo per definizione, perché lascia a tutti la possibilità di condividere i suoi valori fondanti. Le porte dell'Europa, anche quelle geografiche, sono aperte per tutti quei paesi che riconoscono i principi della democrazia, del rispetto dei diritti umani, del pluralismo e dell'economia di mercato. C'è spazio per tutti, certo con modalità differenti, per condividere valori frutto di una storia secolare.
6. La libertà e le regole comuni. L'interdipendenza raggiunta a livello di istituzioni e mercato non è un ostacolo alla libera iniziativa individuale, economica e di pensiero, alla libertà di espressione, come troppo spesso si tende a sottolineare, altrettanto spesso come alibi per mascherare difficoltà che hanno tanto a che fare con diatribe politiche interne, nazionali e poco con gli interessi di una comunità di cittadini. La libertà tout court, non è assenza di regole, ma è garantita da regole. Un'Europa regolatrice è una realtà che non nega l'espressione della libertà di intraprendere, di esprimersi, ma la facilita e la rende possibile in una dimensione più allargata. Le regole dovrebbero essere la sintesi per eccellenza di una convivenza comune, una sorta di minimo comune denominatore. Tra le regole, vanno annoverate anche quelle della tanto discussa Costituzione. È chiaro che su questo fronte molto deve essere fatto dai rappresentanti politici, sia sul piano di una concreta adesione a una gestione comune, sia sul piano del funzionamento delle istituzioni europee.
7. Unità nella diversità. L'Europa è una società aperta: questo valore fondante è una delle ricchezze su cui si regge il progetto europeo. Apertura è spazio alla diversità e non si traduce nella frammentazione. Allo stesso tempo, non c'è nessun tentativo «omologante » per ricondurre tutto e tutti a un'unicità artificiale. Nulla che abbia a che fare con processi di «normalizzazione». Molto più spesso di quello che comunemente si pensa e si afferma, i bisogni e i problemi sono comuni e i cittadini che comunque riescono a «sentire» l'Europa come spazio di appartenenza sono in qualche modo più avanti, viaggiano più veloci di quanto faccia la politica in senso stretto. Di fronte, infatti, a problemi comuni, è normale pensare di approntare risposte comuni; ma questo accade ancora troppo poco a livello di dirigenza politica.
8. Il rispetto e la tutela dei diritti dell'uomo. L'Europa è un soggetto politico «naturalmente» orientato alla difesa dei diritti dell'uomo e al rispetto della persona, innanzitutto considerata come attore sociale. Lo testimoniano il fermo divieto, riconosciuto dai trattati, di ogni forma di discriminazione basata sulla nazionalità, il sesso, la religione, la razza e le procedure previste per contrastare e sanzionare ogni forma di violazione di questo principio, nonché la recente richiesta dell'Unione Europea per una moratoria mondiale della pena di morte.
9. La sostenibilità dello sviluppo come valore. La sensibilità per una crescita economica che non alteri gli equilibri dell'ambiente e della natura costituisce oggi una vera ricchezza culturale per l'Europa. La necessità di produrre senza impoverire e deprimere il patrimonio ambientale influenza ampiamente i decisori politici e orienta le attività dei soggetti economici nella consapevolezza che l'opinione pubblica europea considera lo sviluppo sostenibile un valore fondamentale. Forte di questa coscienza valoriale l'Europa ha assunto la leadership mondiale per contrastare i cambiamenti climatici e favorire politiche e comportamenti virtuosi da parte dei suoi partner internazionali.
10. La ricchezza della diversità culturale europea. Da ultimo, l'Europa come teatro di una straordinaria vivacità culturale, specchio della sua millenaria storia, di percorsi artistici e intellettuali di particolare valore, frutto di consolidate tradizioni e di coraggiose sperimentazioni. Un'Europa che trova alimento ed energia dal continuo confronto tra le sue culture e le sue peculiarità per ricercare un filo narrativo comune e costruire un'identità condivisa, ma rispettosa delle diversità.
Questo approfondimento è legato all'articolo principale "Dieci buoni motivi per essere europeo"