Tremonti: il sistema ha tenuto, ma il problema dell’Italia è che è troppo duale
La crisi ha colpito duro, ma ciò che non è avvenuto, fortunatamente, "è quella rottura del sistema ipotizzata da alcuni, che avrebbe portato gli stessi effetti di una guerra, pur non avendola combattuta". A dirlo è stato ieri il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, durante il dibattito con l'esponente del Pd Enrico Letta organizzato in Bocconi dal Sole 24 Ore e moderato da Gianni Riotta. Incontro che è stato anche l'occasione per presentare il volume Lezioni per il futuro, edito dalla testata e nel quale sono raccolti gli interventi sulla crisi di 60 economisti, studiosi e politici.
Sulle cause della crisi, al rettore Guido Tabellini, il quale le ha individuate principalmente nella leva finanziaria troppo elevata, nell'eccessiva assunzione dei rischi per le società finanziarie, in una politica monetaria troppo orientata alla stabilità dei prezzi e negli squilibri generali, il ministro ha risposto aggiungendo "che la causa prima sono stati i tempi troppo sincopati e i modi in cui è stata sviluppata la globalizzazione". Letta tira poi in ballo le responsabilità della politica, in particolare riguardo al difficile cammino della costruzione europea e alla difficoltà di rappresentare una voce forte e unitaria: "Negli ultimi anni l'Europa non ha fatto quelle riforme e quelle scelte che se fossero state fatte avrebbero portato oggi ad avere una presidenza del Consiglio europeo che tratta all'estero da pari a pari. Viviamo invece oggi la storia di un'Europa molto debole e di stati nazionali che riprendono potere". Tuttavia, ribatte Tremonti, "in Europa è stata messa a punto una exit strategy comune per la crisi: non ci sarà alcun paese che farà per conto suo". Questa crisi, secondo Tremonti e Letta, al di là degli aspetti congiunturali non ha fatto che evidenziare le debolezze strutturali italiane. "Il problema", sottolinea Tremonti, "è che il paese è troppo duale: la produttività di una parte del paese è sopra la media europea, mentre quella dell'altra parte è sotto la media". La vera questione, dunque, "è quella meridionale, che è questione nazionale e parte dal federalismo fiscale", ha spiegato il ministro, aggiungendo che "non è possibile ignorare questa come la madre di tutte le riforme; il problema non è dunque la produttività del nord, bensì tenere insieme il nostro paese in una logica democratica e repubblicana". "Questa crisi è però anche l'occasione per fare quelle riforme che non sono state fatte in tempi normali", ha detto Letta. Il tema è quello degli ammortizzatori sociali: e a Tremonti, che sottolinea la "scelta giusta" del governo "di concentrare tutto sugli ammortizzatori sociali" in risposta alla crisi, l'esponente del Pd risponde che ciò che va cambiato "è il sistema degli ammortizzatori sociali. La riforma di questi sarà uno dei temi del prossimo autunno. L'altro argomento sul quale stimolo a fare grandi passi avanti è quello degli investimenti nella ricerca e nell'università, col ripristino dei fondi tagliati nell'ultimo periodo".