L'importanza di parlare tutti la stessa lingua
La chiarezza comunicativa è una delle maggiori sfide che le grandi corporations si trovano ad affrontare. A fronte di continui malintesi linguistici e culturali, le aziende che operano in ambienti multiculturali devono salvaguardare una politica comunicativa accurata. Maria Pierdicchi, alumna Bocconi e Board Member di Standard and Poor's, spiega le modalità secondo cui la comunicazione trans-culturale si declina negli ambienti aziendali multinazionali.
Durante la sua carriera ha ricoperto diversi ruoli in vari contesti aziendali. Qual è la lezione che ha imparato da queste esperienze?
Prima di Standard and Poor's ho lavorato per la Borsa italiana, per un'azienda di famiglia, per Citibank e ho anche avuto una breve carriera accademica all'Università Bocconi, dove mi sono laureata. Grazie all'esposizione ad ambienti aziendali così diversi ho sviluppato una certa dimestichezza con stili comunicativi diversificati, non solo all'interno dell'azienda ma anche verso il pubblico esterno, vale a dire i clienti, le istituzioni e i mezzi di informazione. Affrontare situazioni diverse e spesso impegnative mi ha aiutata ad acquisire sempre maggiore sicurezza. In ogni caso la comunicazione esterna deve sempre essere perfettamente in linea con la politica dell'azienda ed è opportuno concordare i contenuti con gli esperti di comunicazione, specialmente durante i momenti di crisi. Andando avanti con la carriera mi sono sempre più resa conto di quanto fosse importante adattare il mio stile comunicativo in base alle situazioni specifiche.
Essere consapevole dell'importanza di una comunicazione efficace condiziona il suo operato?
Partendo dal presupposto che l'accuratezza è fondamentale non solo nella comunicazione esterna, ma anche in quella interna, personalmente ho investito molto nello stile comunicativo del mio team. Fino al mese scorso ero Head of Southern Europe e i membri del team virtuale con cui lavoravo erano dislocati in tutta Europa e talvolta negli Stati Uniti, quindi spesso eravamo costretti a comunicare per e-mail o in teleconferenza. Oltretutto in una multinazionale come Standard and Poor's, dove la diversità linguistica e culturale è considerevole, i malintesi e i fraintendimenti sono potenzialmente all'ordine del giorno. Spesso non ci rendiamo conto che gli interlocutori potrebbero attribuire alle nostre parole un significato completamente diverso da quello che intendevamo. Per cercare di rimediare ho cercato di sviluppare un linguaggio comune e ho incoraggiato il mio team ad adottare una sorta di lingua franca che tutti possano comprendere. Insisto molto anche sull'importanza di tenersi sempre aggiornati a vicenda, perché in un'agenzia di rating è fondamentale che le informazioni siano condivise non solo verticalmente, ma anche tra colleghi e tra team diversi.
La stessa Standard and Poor's ha sviluppato dei programmi di comunicazione interculturale per preparare gli impiegati a collaborare con colleghi da parti diverse del mondo. Abbiamo sedi in India, Cina, Giappone, ed è vitale per l'azienda che tutti possano comunicare ed essere compresi nel modo corretto. I team fanno esperienza sul campo mentre lavorano ai progetti, e contemporaneamente sono supportati dall'azienda attraverso i seminari. L'idea è quella di un training professionale che renda tutti gli impiegati sufficientemente flessibili dal punto di vista comunicativo, così che la diversità linguistica e culturale diventi una ricchezza.
Come fa ad assicurarsi che la comunicazione sia sempre efficace?
Oltre ad utilizzare una lingua comune intelligibile a tutti, personalmente trovo che il modo migliore per far passare il proprio messaggio sia costruire i rapporti di persona. Anche se non è sempre facile in una multinazionale, incontrare le persone è il modo migliore per creare relazioni e soprattutto per stabilire la fiducia, che è fondamentale per una comunicazione positiva. Incontrarsi di persona diminuisce anche le probabilità di malintesi. Poi, dato che il network si basa sul contatto umano, è bene sviluppare uno stile di comunicazione personale. Prendersi il tempo per incontrare i colleghi di persona è anche un buon modo per mettere in pratica le proprie abilità interculturali.
Secondo la sua esperienza, quali sono i criteri da seguire per affrontare un ambiente aziendale internazionale?
Innanzitutto, se si ha a che fare con persone che provengono da un background culturale diverso, è necessario prepararsi, capire la loro storia, le loro tradizioni, la loro lingua. Cambiando leggermente la prospettiva, per lavorare in un'azienda come Standard and Poor's bisogna essere flessibili, saper vivere il cambiamento in modo positivo ed essere capaci di imparare la lezione quando ci si trova in situazioni difficili. Dal mio punto di vista, le abilità interculturali e la resilienza sono due elementi chiave nella crescita personale.