La Sport Business Academy premia Luciano Buonfiglio
Che il sistema canoa italiano funzioni bene, lo dimostrano i risultati nel corso degli anni ma anche il destino benevolo che, al termine della carriera agonistica, ha coinvolto molti protagonisti. Da Josefa Idem, neoministro per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili del governo Letta, ad Antonio Rossi, assessore regionale allo sport della Regione Lombardia, ad Oreste Perri, sindaco di Cremona.
Non ultimo, Luciano Buonfiglio, ex atleta olimpico e presidente della Federazione Italiana Canoa e Kayak dal 2005, che dallo scorso maggio è stato nominato vicepresidente del Coni nella giunta guidata da Claudio Malagò. E proprio Buonfiglio ha ricevuto presso la SDA Bocconi lo Sport Business Academy Award, il riconoscimento che per il terzo anno viene assegnato, nell'ambito dell'accademia per la gestione del business sportivo nata in collaborazione tra SDA Bocconi School of Management e RCS Sport, a una figura dello sport italiano e internazionale che si sia distinta nel sistema sport su temi manageriali. All'incontro erano presenti Antonio Rossi e i due co-director della Sport Business Academy, Dino Ruta, SDA Bocconi Professor, e Matteo Pastore, responsabile relazioni esterne e diritti media di RCS Sport.
"La Federazione Canoa e Kayak è un esempio di una piccola realtà che, grazie all'impegno e alla pianificazione, ha saputo raggiungere grandi risultati. Rispetto ad altri paesi concorrenti, come Francia e Germania", spiega Luciano Buonfiglio, "noi abbiamo meno risorse, meno impianti, eppure siamo riusciti a ottenere i Mondiali 2015 a Milano, proprio in concomitanza con l'Expo, grazie alla nostra progettualità e credibilità. E' un'occasione straordinaria e faremo il miglior Mondiale che sia mai stato organizzato"."Quando gareggiavo", dice Antonio Rossi, "ho potuto raggiungere grandi risultati anche perché potevo concentrarmi solo sulle gare e sugli allenamenti. I dirigenti, Buonfiglio per primo, erano bravi a gestire tutte quelle situazioni, organizzative e logistiche, che non devono in alcun modo interferire con l'atleta togliendogli serenità".