La didattica Bocconi ha la sua versione Beta
Condivisione e team building per costruire la didattica del 2020: con questo spirito è nato nell'ateneo di via Sarfatti il centro Bocconi education and teaching alliance, il nuovo laboratorio di supporto alla didattica e ai docenti. Uno spirito ben sintetizzato dall'acronimo del centro: Beta, come le versioni beta dei programmi, quelle versioni più avanzate e innovative che permettono il continuo sviluppo del prodotto grazie alla collaborazione degli utenti. L'obiettivo di Beta è infatti di essere un luogo dedicato al confronto tra i docenti, allo studio e al potenziamento delle tecniche di teaching. Con una doppia anima: essere sia un servizio di supporto ai professori, sia un luogo di ricerca in didattica, per immaginare oggi le tecniche di insegnamento che si useranno in aula tra cinque o dieci anni.
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Luigi Proserpio, presidente di Beta |
Sul primo fronte c'è un ricco programma di attività già a partire da settembre: dal 4 al 7 si terrà il primo Teaching excellence program, un corso in collaborazione con SDA Bocconi dedicato in particolare ai nuovi docenti Bocconi e focalizzato proprio sulle tecniche di insegnamento anche attraverso il confronto con i colleghi. Il 27 settembre sarà invece la volta del primo Tes (Teaching excellence seminar), un seminario di una giornata a numero chiuso, progettato sempre con SDA Bocconi, dal titolo "Insegnare con i casi". A questo ne seguiranno altri durante l'anno su tecniche didattiche e su problematiche specifiche delle diverse tipologie di aule. Non è tutto: l'anima di servizio di Beta, che è nato dalla precedente esperienza del Cesdia Bocconi (Centro per lo sviluppo della capacità didattiche e di apprendimento), si traduce anche in tutta una serie di strumenti di aiuto ai docenti: dai welcome kit per i nuovi arrivati, a un servizio di coaching per capire i proprio punti di forza o le proprie debolezze alla cattedra; dalla possibilità di confrontare lo stile del proprio corso con quello di altre cattedre internazionali, a quella di assistere a lezioni di altre discipline, per capire quali metodi utilizzano i docenti di quelle per trasferire il proprio sapere agli studenti. "Abbiamo creato un luogo per discutere di didattica e di apprendimento in modo informale ed entusiasmante", spiega Luigi Proserpio, presidente di Beta. "Vogliamo costruire un gruppo composto da docenti, staff e studenti per dare un vantaggio tangibile e concreto alla nostra università, fatto di tecniche didattiche nuove, integrazione della tradizione e valorizzazione delle idee innovative". Beta, infatti, sarà anche ricerca, con un lavoro focalizzato in particolare sull'interazione tra il corpo docente e gli studenti. L'obiettivo? Da un lato, capire meglio come agiscono questi ultimi, quali sono i loro schemi di apprendimento e cosa pensano dei sistemi di insegnamento della faculty; dall'altro, grazie a questa interazione, sviluppare un set di strumenti didattici innovativi e che si adattino sempre meglio alle caratteristiche di apprendimento delle nuove generazioni.