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La cultura d’impresa entra in banca

, di Tomaso Eridani
Con Basilea II le Pmi si troveranno davanti bancari più competenti sul loro operato. In quest’ottica spiccano le attività di education e formazione, come il Master congiunto Sda Bocconi e Mip per UniCredit Banca d’Impresa

Il nuovo accordo Basilea II sui requisiti patrimoniali delle banche, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2007 e per cui il Parlamento europeo a fine settembre ha approvato la direttiva per aggiornare i requisiti, modificherà notevolmente l’erogazione di crediti. Le banche, infatti, dovranno rivedere la valutazione del rischio di credito di un cliente e modificare il proprio rapporto con le imprese – sviluppando una cultura d’impresa nelle proprie sedi. Ne abbiamo parlato con Stefano Gatti, docente di Economia degli intermediari finanziari alla Bocconi e direttore del Master in Corporate & Investment Banking, creato da Sda Bocconi e Mip con UniCredit Banca d’Impresa con l’intento di mettere gli addetti corporate in condizioni di rapportarsi ancora meglio con le imprese.

Con Basilea II come cambierà il rapporto tra banche e Pmi?
Le banche dovranno valutare il rischio in modo più puntuale e formalizzato, collegando il merito creditizio di un’impresa a rating assegnati sulla base di sistemi di valutazione interni oppure di regole standard definite dal Comitato di Basilea II. Il cliente più rischioso, dunque, avrà più difficoltà a reperire credito a buon mercato e le banche saranno molto più esigenti.

Per molti il punto di partenza è educare ancora le imprese su cosa Basilea II comporterà. Quali lacune informative hanno ancora le Pmi e che iniziative hanno preso le banche?
Le banche sono consapevoli della necessità che le Pmi sappiano che avere delle strutture patrimoniali e finanziarie inadeguate avrà delle conseguenze negative sulla capacità di ottenere crediti. In quest’ottica le banche stanno svolgendo una notevole opera di educazione e sensibilizzazione, in autonomia o con l’appoggio di enti e istituzioni come le camere di commercio e le associazioni di categoria, andando a parlare direttamente con gli imprenditori. Le Pmi stanno, infatti, dando ancora poca considerazione al fatto che non si potrà continuare a ottenere finanziamenti con i precedenti modelli finanziari basati su di un debito bancario spinto e garantito dall’imprenditore.

Che cosa comporta lo sviluppo di una cultura d’impresa per i banchieri che lavorano con le Pmi?
Se si vuole muovere verso un modello di Pmi basato su scelte finanziarie più virtuose le banche devono conoscere meglio le Pmi e su quali basi, e con che funzioni e processi, fanno le loro scelte.Soprattutto nell’area corporate c’è la necessità di capire come le Pmi elaborano le proprie strategie e di conseguenze potere consigliare le scelte finanziarie più appropriate.

Che competenze specifiche dovranno avere questi nuovi ‘consulenti d’impresa’?
Dovranno sapere fare business administration, sia in chiave industriale sia finanziaria, a 360°. Se oggi sono limitati alla conoscenza delle politiche finanziarie entro 15 mesi dovranno fare lo sforzo per capire tutte le logiche delle politiche industriali, produttive e di marketing di una Pmi.

Che bancario si troveranno davanti le Pmi fra 15 mesi?
Sarà un professionista più preparato e consapevole del fatto che scelte sbagliate porteranno a un maggiore costo del credito per le Pmi. E con le competenze acquisite in campo di cultura d’impresa sarà maggiormente in grado di individuare soluzioni finanziarie customizzate alla Pmi che si troverà davanti.

Che ruolo gioco la formazione nella creazione di questa nuova cultura?
Essa ha un ruolo propulsivo e assolutamente concreto nell’arricchire le competenze attuali e fornire nuovi standard professionali – creando addetti altamente specializzati in grado di supportare al meglio le imprese. Nel pratico, offrendo una formazione da "imprenditore" nei confronti di chi lavora con gli imprenditori.

Nato in quest’ottica, che obiettivi ha il Master ideato da Sda e Mip?
Novità assoluta nel panorama formativo professionale, e di cui fra poco partirà la II edizione, questo non è un master basato solo su competenze finanziarie ma su tutti i meccanismi di business administration alla base dell’operato di una Pmi. L’obiettivo concordato tra i tre partner, infatti, è di sviluppare competenze di valutazione e consulenza finalizzate a offrire alle Pmi un servizio basato su di una completa interpretazione di tutti i loro fabbisogni.

Questo approfondimento è collegato all’articolo Imprenditori e management determinati contro il nanismo italiano