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La Cina con occhi italiani. Gli italiani con gli occhi cinesi

, di Andrea Celauro
E tutta dedicata al grande paese orientale la storia di copertina del numero di marzo di viaSarfatti25. Docenti e alumni raccontano come ci vedono i cinesi, come noi vediamo loro e come si vive e lavora secondo le regole del Celeste Impero

Il Guanxi, la reputazione, il rispetto del Mianzi, ovvero della gerarchia: sono alcune delle regole che, nei rapporti personali e di lavoro, si imparano vivendo nelle grandi metropoli del Celeste Impero. Ce lo raccontano alcuni alumni della Bocconi che vivono tra Pechino, Hong Kong e Shanghai, dove l'11 marzo si tiene la quarta Global Conference della BAA, nella storia di copertina del numero di marzo di viaSarfatti25, il mensile Bocconi. Insieme alle loro voci, le analisi di tre esperti del paese, che sondano il punto di vista degli italiani sul paese che li ospita e quello dei cinesi sui nostri connazionali e l'Italia (i docenti della Bocconi Fabrizio Perretti e Carlo Filippini) e l'espansione e gli investimenti delle multinazionali cinesi all'estero (l'alumnus e manageing director di Nomisma, Andrea Goldstein).

Il numero di marzo ospita poi una lunga intervista a Cristina Scocchia, alumna Bocconi, che racconta cosa significa essere amministratore delegato del branch italiano di un gruppo come L'Orèal.

Auto elettriche (Ugo Tortori), il vero senso delle Olimpiadi (Dino Ruta e Isabella Sala), l'arrivo di operatori video come Netflix nel mercato internazionale, con ciò che ne comporta dal punto di vista del ridisegno delle regole (Marco Bassini): questi, insieme a una riflessione sull'aggressività in azienda (Massimo Magni), un'analisi del business model di Twitter alla tappa dei dieci anni di vita (Gaia Rubera) e una sulle trattative per la firma del Ttip, il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (Elisa Borghi), gli altri editoriali nel numero.

Buona lettura.