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I dubbi di Elena

, di Davide Ripamonti
La vincitrice della Bocconi Run, atleta di livello nazionale e studentessa Cleam, indecisa se continuare a correre. Una vita tra studio e allenamenti

Nata da soli due anni, la Bocconi Run si distingue già per l'elevato livello qualitativo dei suoi partecipanti. Come, per esempio, la vincitrice della gara femminile di quest'anno, la diciannovenne Elena Vittone, che in Bocconi è iscritta al primo anno del Corso di laurea in economia aziendale e management ed è tesserata per la Runner Team RT 99 e allenata da Andrea Monti ("ma ho iniziato nella Gs Chivassesi del presidente Claudio Clerici", dice).

Alta, magra, un po' timida, Elena ha il tipico fisico da mezzofondista, un po' per doti naturali ma molto perché forgiato dal duro allenamento e da qualche sacrificio. Ripagato però dai risultati: "Quest'anno ho vinto i campionati regionali del Piemonte, categoria Juniores, di corsa campestre", spiega Elena, "e sono arrivata quinta alle finali nazionali di Pescara sui 5 mila, su pista". Risultati brillanti, che seguono quelli del 2008, quando fu terza sui 1500 e 3000 su pista in Piemonte e ottava, sempre sui 3000, ai Nazionali categoria Allieve nella finale di Rieti.
Risultati che non arrivano per caso: "Da bambina facevo pallavolo", dice ancora Elena, che è di Chivasso, a pochi chilometri da Torino, "poi a 14 anni sono passata all'atletica, l'unico altro sport, insieme al nuoto, che potessi praticare dalle mie parti". Un mondo completamente diverso, dove "manca il senso di squadra, che stempera però sia le delusioni che le soddisfazioni. Nell'atletica sei sola, gioie e dolori sono molto più personali".

L'approccio con l'atletica è subito positivo. Un rapido assaggio di varie discipline, poi il suo primo istruttore la destina al mezzofondo, "perché non avevo una grande velocità di base, che è naturale, mentre la resistenza la si migliora con l'allenamento". Allenamento che, per chi vuole fare dell'agonismo con qualche ambizione, "significa uscire tutti i giorni, con qualsiasi clima", anche quello rigido della sua regione.
Uno sforzo però che si fa volentieri, soprattutto se ripagato dai primi successi: "Le vittorie e i miglioramenti cronometrici in genere arrivano di pari passo e, fino a quando continui a progredire, non senti la fatica degli allenamenti, né ti pesano le rinunce che sei costretta a fare. Quando i risultati non arrivano più, credo che sia il momento di smettere".
Elena si trova adesso davanti a un bivio, con la vita radicalmente cambiata in pochi

Elena al traguardo della Bocconi Run 2010

mesi, dopo il trasferimento a Milano per frequentare la Bocconi: "La scelta della Bocconi è stata ponderata, io e la mia famiglia abbiamo deciso in questo senso per le migliori prospettive di lavoro una volta laureata. Ma è chiaro", continua, "che questo ha inciso in maniera profonda sulla mia attività sportiva. Lo studio è impegnativo, in più devo trovare anche un luogo dove allenarmi. Per ora infatti frequento il campo XXV Aprile, in zona San Siro a Milano".
Qualunque sarà, però, la scelta di Elena per il futuro, la Bocconi Run rischia di aver trovato, anche per i prossimi anni, la sua dominatrice.