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Giulio Scapaticci il pittore lirico di Milano

, di Susanna Della Vedova
Lunedi' 8 maggio, alle ore 18 presso la Sala Ristorante Bocconi, l'inaugurazione della mostra dell'artista sensibile alle tematiche esistenziali

Giulio Scapaticci (1933-2006) è stato uno degli artisti di quella corrente pittorico-politica che a cavallo degli anni '50-'60 fu definita "Realismo Esistenziale" (Marco Valsecchi). Allievo di Aldo Carpi, dal '51 al '57, viene considerato uno dei pittori più lirici della sua generazione.

Considerato fin da subito un artista sensibile a tematiche esistenziali, comincia a dipingere la Milano degli anni '50 e '60 con le sue tipiche case di ringhiera, le finestre scrostate che si aprono su un paesaggio urbano dai colori cupi, le periferie industriali grigie e desolate, buoi squartati e pesci appesi a chiodi.

A metà degli anni '70, lascia Milano e si trasferisce nell'Oltrepò pavese. Qui la sua pittura si trasforma, travalica le precedenti esperienze introspettive scure e monocromatiche e nei suoi quadri appare un mondo agreste fatto di tonalità più vive e luminose: cascine, nature statiche, morte, insetti, fiumi, anse sabbiose riposanti.

Dagli anni '80 in poi, rientrando a Milano, torna a dipingere con più dolorosa umanità, i suoi insetti si trasformano e si posano a ricoprire sensazioni di solitudine e silenzi volontari. Muri, farfalle, scarafaggi compongono un nuovo stare nel quale la precarietà fisica precede quella metafisica.

I segni tracciati sulle sue tele non sono semplicemente la fotografia di un mondo esterno, spesso avvertito come nemico, ma ricerca di un significato, forse una possibile rappresentazione tangibile del suo essere contro. Ciò che è figurativo e formale, apparentemente semplice, si trasforma nell'informale delle emozioni e dei sentimenti, un erodere la superficie delle cose, un dialogo scarnificante e stupito tra anima e arte orientato al sentire. Scapaticci amava ricordare che in un quadro c'è qualcosa che non vedi e mai vedrai, impossibile da catalogare, l'anima, lo spirito di rivalsa, l'intuizione del senso archetipo delle cose, la comunicazione di ferite personali.

La mostra sarà visitabile sino al 23 giugno 2017, dal lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 12