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Elisabetta e Francesca vanno a canestro all'inseguimento dell'A1

, di Davide Ripamonti
Le due giocatrici del Geas Sesto San Giovanni, oggi in A2, entrambe matricole bocconiane, alle prese con il difficile compito di conciliare studio e sport ad alto livello

Giocano insieme fin da bambine, hanno fatto tutta la trafila delle giovanili laureandosi campionesse d'Italia under 15 e poi under 17. Ora, 19enni, sono due colonne del giovanissimo Geas di Sesto San Giovanni che sta dominando il girone Nord del campionato di A2 di basket femminile, con fondate ambizioni di lottare per la promozione in A1, il massimo per ogni giocatrice italiana.

Francesca Galli e Elisabetta Mazzoleni, rispettivamente iscritte in Bocconi al primo anno del corso di laurea in Economia e management per arte, cultura e comunicazione e del corso di laurea in Economia aziendale e management, nel mondo del basket sono nate e cresciute e per loro è stata una scelta naturale. Francesca, guardia/ala del 1994, è infatti figlia di Roberto Galli, allenatore campione d'Italia con Vicenza nel 1984, tre volte finalista con Milano e già coach anche del Geas, e di Cinzia Zanotti, una delle più forti giocatrici italiane di sempre e ora vice allenatore proprio del Geas; il papà di Elisabetta, playmaker anch'essa classe '94, Mario Mazzoleni, invece è docente universitario e presidente della sezione basket della squadra sestese. "Un vizio di famiglia nella nostra scelta di giocare a basket indubbiamente c'è", raccontano Elisabetta e Francesca, "ma giochiamo soprattutto perché ci piace. Nel basket contano la tecnica, il fisico e la testa, è uno sport intelligente e completo. E poi è fondamentale il concetto di squadra".

Elisabetta e Francesca

Il basket femminile italiano non attraversa, al pari di altre discipline e del suo omologo maschile, seppure su altri livelli, il momento migliore dal punto di vista della popolarità e di conseguenza dell'indotto, anche economico, che riesce a creare. In poche parole, è difficile oggi in Italia vivere di pallacanestro per una giocatrice: "Anche in A1 oggi, eccettuate le straniere, non sono molte le giocatrici che vivono bene con il basket, un altro lavoro è spesso necessario", spiegano le ragazze. "Noi siamo una squadra composta quasi totalmente da studentesse, con tutte giocatrici, tranne una, nate negli anni 90 e cresciute insieme fin dalle giovanili. Fare l'università è un modo per garantirsi un futuro, anche se è molto faticoso giocare a un certo livello e contemporaneamente portare avanti gli studi".

Perché se i guadagni non sono quelli di atleti professionisti, "percepiamo dei rimborsi", spiegano, l'impegno lo è e, in caso di promozione in A1, potrà solo aumentare: "Fra partita e allenamento abbiamo solo un giorno libero alla settimana", continuano Elisabetta e Francesca, "e per fortuna gli allenamenti sono di sera, in questo modo possiamo seguire le lezioni e studiare, anche se siamo costrette a diverse peripezie". Come quando, nella recente trasferta di Cagliari, si sono ritrovate con i libri in mano in aereo, per sfruttare ogni attimo a disposizione. Ma giocare nel Geas comporta anche onori e oneri in più, perché la squadra sestese, con otto titoli italiani e una Coppa dei Campioni nel suo albo d'oro, rappresenta l'aristocrazia di questo sport in Italia e batterla è un vanto per qualunque avversaria: "Contro di noi le avversarie sono sempre supermotivate", spiegano, "fin dalle giovanili abbiamo avvertito questo atteggiamento. Ma nello stesso tempo stando in questa società ti rendi conto che tutto è gestito in modo serio, professionale, ci sono ovunque grandi motivazioni e senso di responsabilità".

Intanto, per quanto riguarda gli studi, stessa università ma corsi di laurea diversi, per la prima volta hanno fatto scelte separate: "Ho scelto il Cleacc perché è un percorso più creativo e sono affascinata dal mondo della moda", dice Francesca, "per quanto mi riguarda, invece", riprende Elisabetta, "il Cleam mi può dare una base più ampia di opportunità di scelta per il futuro, magari andrò all'estero a studiare e a giocare". Per ora, però, le attendono i primi esami e le fasi cruciali del campionato: "L'università è ancora un'esperienza recente, è presto per fare i primi bilanci. Per quanto riguarda il campionato arriveranno le sfide decisive, quelle che portano alla lotta promozione". Possibilità? "Non conosciamo bene le squadre degli altri gironi, ma se arriveremo in fondo ci giocheremo tutte le nostre chance". Del resto, l'obiettivo non può essere che quello più alto, anche con una squadra che è la più giovane del campionato.