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Einaudi, alla Bocconi il ricordo del grande economista e uomo politico

, di Davide Ripamonti
Venerdì 24 ottobre l’incontro per la presentazione della mostra allestita in occasione del sessantesimo anniversario della nomina a Presidente della Repubblica

Luigi Einaudi torna in Bocconi. E' proprio l'ateneo di via Sarfatti, dove Einaudi per 22 anni ha insegnato, a ospitare, venerdì 24 ottobre alle 12,30 (Aula Manfredini), l'incontro di presentazione della mostra "L'eredità di Luigi Einaudi-La nascita dell'Italia repubblicana e la costruzione dell'Europa" (https://www.mostraluigieinaudi.it), organizzata dalle Fondazioni di Roma e Torino a lui intitolate e in programma a Milano, a palazzo della Ragione in piazza Mercanti, dal 24 ottobre al 25 gennaio 2009.

Einaudi è stato uno dei maggiori protagonisti della storia italiana del secolo scorso: affermato giornalista, direttore di riviste scientifiche, Governatore della Banca d'Italia, Presidente della Repubblica. Ma non si deve dimenticare che Einaudi, economista liberale ma seguace di un liberismo che non escludeva la 'regolazione', è stato anche brillante docente universitario all'Università di Torino e appunto alla Bocconi, dove, dal 1904 al 1926, fu tra i protagonisti dei primi anni di vita dell'ateneo milanese.
L'Einaudi pubblico, le varie tappe della sua prestigiosa carriera di studioso e uomo politico ma anche di giornalista, e l'Einaudi privato, con la passione per la viticultura e il collezionismo di libri rari, saranno al centro della mostra, che vuole celebrare il sessantesimo anniversario dell'elezione di Einaudi (1948) a Presidente della Repubblica, attraverso la testimonianza di fotografie, oggetti d'arte e d'uso quotidiano provenienti da archivi e collezioni pubblici e privati.

"Luigi Einaudi arrivò in Bocconi chiamato direttamente da Leopoldo Sabbatini", spiega Achille Marzio Romani, professore di storia economica alla Bocconi e tra i relatori dell'incontro di presentazione della mostra, "che ne conosceva e apprezzava le qualità di studioso. Iniziò la sua collaborazione nel 1904 come docente 'incaricato' in Scienza delle finanze e contabilità dello Stato, poiché ricopriva anche l'incarico di docente ordinario all'Università di Torino. In seguito alla Bocconi divenne direttore dell'Istituto di Economia".
Dalle testimonianze del tempo, spiega ancora Romani, "come quella di un suo studente, Libero Lenti, che sarà poi professore di statistica all'Università di Pavia, o come quella di un carteggio con il rettore Sraffa, emerge il carattere dell'uomo, nel quale si mischiano rettitudine morale, intuizioni, conoscenza delle istituzioni culturali".

Nel corso dell'incontro, al quale interverranno, oltre a Marzio Romani, Pierluigi Ciocca, curatore della mostra, Roberto Einaudi, presidente della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, e Angelo Porta, professore di Teoria e politica monetaria alla Bocconi, si parlerà anche dell'Einaudi straordinario giornalista, collaboratore del Corriere della Sera diretto da Luigi Albertini. "E furono proprio la solidarietà ad Albertini", dice ancora Romani, "costretto a lasciare il Corriere per le su posizioni antifasciste, e le conseguenti pressioni degli studenti fascisti, a spingerlo ad abbandonare la Bocconi, con i cui professori mantenne però un duraturo rapporto di amicizia".