Un demografo al servizio del welfare
Synergia, con la y quasi a ricordare uno dei due cromosomi che rappresentano la natura dell’uomo: nome perfetto per una società di ricerca, formazione e consulenza per le politiche sociali. Società per la quale il 25enne Giovanni Viganò, scopertosi demografo durante i suoi studi economici in Bocconi, si occupa delle ricerche sul funzionamento del welfare.
“Nello specifico”, spiega, “si tratta ad esempio di studi sulla popolazione anziana (le migliori pratiche di ricovero nelle case di riposo, l’analisi dell’impatto dei primi mesi di degenza, la valutazione dei carichi assistenziali erogati), ma anche ricerche sull’integrazione femminile nel mercato del lavoro, sull’immigrazione, o analisi dei servizi sociali e sanitari territoriali così come accade con la costruzione e messa a regime dei Sistemi informativi sociali regionali”. Ovvero? “Lo sviluppo di strumenti di monitoraggio e analisi della rete dei servizi socio-assistenziali di un territorio, come gli asili nido; strumenti di cui ogni ente regionale necessita per una adeguata programmazione e distribuzione delle risorse”.
Valutazione dei servizi, dinamiche sociali legate all’invecchiamento, all’adolescenza, all’accesso al mondo del lavoro: temi con i quali Giovanni si confronta ogni giorno e che fanno del lavoro del demografo, come sottolinea lui stesso, un’attività “estremamente affascinante”. “Noi studiamo principalmente persone, non indici o valori astratti”, continua Giovanni, “individui che agiscono in una società fatta di relazioni sociali. Certo, è un lavoro che si basa necessariamente sul rigore della ricerca scientifica, ma permette anche un certo grado di creatività, per esempio nell’individuare la migliore metodologia o l’approccio di analisi per lo studio di un fenomeno”.
L’interesse per la demografia, Viganò l’ha scoperto quando ancora frequentava le aule della Bocconi. In particolare, è stato un ciclo di seminari sulle ricadute economiche e sociali dell’ingresso nell’Unione europea delle popolazioni dell’Est-Europa a far scattare la molla. “Quello fu il mio primo contatto con la demografia e da quel momento ho maturato la convinzione che l’approccio socio-demografico sia il più interessante”, racconta. Il suo definitivo ingresso nell’ambiente è sancito da una tesi di laurea sulla transizione allo stato adulto nei paesi europei, con la quale conclude nel 2005 il suo corso di laurea in discipline economiche e sociali: “Ho svolto un’analisi comparativa tra i paesi dell’area mitteleuropea e del Mediterraneo, guardando in particolare ai processi di uscita dalla famiglia di origine e dal sistema scolastico, di entrata nel mondo del lavoro, di costituzione della prima unione e di nascita del primo figlio”.
A distanza di un paio di anni e completamente immerso nel suo lavoro di ricerca per Synergia, Giovanni è ancora più convinto della strada intrapresa. E pensando al futuro, già immagina quali potrebbero essere i suoi prossimi ambiti di studio: “Vorrei continuare sul filone della metodologia di ricerca longitudinale della popolazione, ossia analizzare come cambiano nel tempo le dinamiche e le relazioni sociali, ma mi piacerebbe anche concentrarmi sulle tematiche legate al mondo del lavoro che, come è facile immaginare, saranno sempre più di importanza cruciale”.