Un campione del mondo alla SDA
Un dilettante alla guida di un team di professionisti. Sembra strano, ma il "dilettante" in questione, Federico Albano, anche se non vive di vela, passa sulla sua barca la quasi totalità del tempo libero e ha capacità veliche non comuni, regatando in ogni angolo del Mediterraneo. Ventotto anni, di La Spezia, laureato in ingegneria navale e diplomato Mba alla SDA Bocconi, Federico è il timoniere della barca italiana che a inizio giugno a Cres, in Croazia, ha conquistato il titolo mondiale di vela d'altura nella classe ORC I b, una manifestazione alla quale hanno preso parte 130 imbarcazioni provenienti da 27 paesi. "Una partecipazione non programmata, la mia", dice Federico, "sono stato invitato da un membro dell'equipaggio a fare alcune regate con loro e, visti i buoni risultati, l'armatore Giuseppe Giuffrè mi ha chiesto di far parte del team per il Mondiale".
Federico Albano |
Federico non è nuovo a competizioni di un certo livello, visto che nel 2010 ha guidato il team SDA che ha vinto l'Mba's Cup, ma in questa competizione si è trovato fianco a fianco con un team di professionisti abituati alle gare importanti: "Basti pensare che il tattico Lorenzo Bodini ha alle spalle un'Olimpiade", dice Federico, che lavora nell'azienda di famiglia che opera nella costruzione di impianti petroliferi offshore, "mentre per me rimane una passione". Il Mondiale è un'esperienza entusiasmante ma anche dura, che richiede un grande sforzo fisico e mentale, attitudini naturali ma che vanno anche allenate. "Bisogna avere freddezza, sensibilità e capacità di concentrazione. Nel Mondiale stavamo in acqua almeno 10 ore al giorno, su barche di 11-15 metri per un peso di 6 tonnellate, un minimo errore del timoniere può compromettere tutto il lavoro dell'equipaggio". Per rendere meglio l'idea, Federico racconta un aneddoto: "Un giorno, nelle concitate fasi della partenza, ci arriva la comunicazione che siamo stati squalificati. Noi rimaniamo concentrati e continuiamo nelle nostre manovre fino a quando, dopo pochi minuti, ci comunicano che la squalifica è ritirata. Ci fossimo deconcentrati dopo la prima comunicazione, avremmo corso il rischio di perdere il Mondiale".
La vela è la perfetta metafora del mondo del business, si dice e si legge spesso. L'esperienza di Federico sembra confermare questa tesi: "La barca è come un'azienda e ognuno, con il proprio contributo, concorre al successo o all'insuccesso del team. Ma l'aspetto fondamentale è la strategia. Se sei in testa e la barca seconda in classifica sceglie una rotta alternativa, tu cosa fai, la segui in quella rotta per tenerla a bada rischiando che siano magari i terzi a superarti o prosegui per la tua strada confidando sia la scelta migliore? Anche un'azienda deve spesso prendere simili decisioni". Della sua esperienza all'Mba Federico ha solo buoni ricordi "sia professionali che umani, che si sono concretizzati in legami saldi che tuttora continuano. In più, la mia carica di responsabile del Sailing Team è stata come un Master nel Master".
L'anno prossimo il Mondiale sarà in Finlandia, in condizioni molto diverse da quelle trovate in Croazia. Adesso è il momento di festeggiare, ma l'eventuale difesa del titolo va programmata con largo anticipo: "Intanto godiamoci questo successo, che ci ha dato grande notorietà nell'ambiente. Per l'anno prossimo stiamo pensando di riprovarci con lo stesso equipaggio, ma sappiamo che sarà dura ripetersi. Nella vela puoi programmare di competere a un certo livello, ma la vittoria dipende da troppi fattori, non tutti controllabili. Proprio come nel mondo del business".