Contatti

Non solo Chavez nel regionalismo multiscopo

, di Antonella Mori - ricercatrice presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche
America latina. Riprendono vigore gli sforzi di integrazione: se l’Alba vuole diffondere il socialismo bolivariano, altre organizzazioni si pongono le finalità più diverse

Per diffondere il socialismo bolivariano nel continente latinoamericano, Hugo Chavez, il presidente del Venezuela, ha dato vita nel 2004 all'Alternativa bolivariana per le americhe (Alba), di cui sono membri anche la Bolivia, Cuba, Dominica, l'Honduras e il Nicaragua. L'Alba è uno schema di integrazione basato sui principi della cooperazione, solidarietà e complementarità, che si pone come alternativa al modello neoliberale. L'agenda include iniziative nel settore dell'energia, dell'istruzione, della sanità, della produzione manifatturiera e alimentare. Con questa iniziativa Chavez ha contribuito a rilanciare lo spirito integrazionista latinoamericano. Ma non è stato solo grazie al presidente venezuelano che il regionalismo in America Latina sta vivendo una fase di rinnovamento.

Negli ultimi anni sono nate altre iniziative regionali che, come l'Alba, hanno una molteplicità di scopi, come l'Unione delle nazioni sudamericane (Unasur), a cui partecipano tutti i 12 paesi sudamericani. L'Unasur è un ambizioso progetto di integrazione, inizialmente infrastrutturale, energetica ed economica, ma in prospettiva anche politica. Fortemente voluto dal presidente brasiliano Lula, tale accordo mira a creare un'area integrata sudamericana, principalmente tramite il progressivo avvicinamento delle due principali organizzazioni regionali (Mercosur e Comunità andina), con l'aggiunta di Cile, Guyana e Suriname. Anche altri accordi regionali stanno ponendo l'attenzione su temi differenti dalla liberalizzazione commerciale e perseguono obiettivi in campo politico, sociale e infrastrutturale. L'integrazione latinoamericana sta vivendo una nuova fase, caratterizzata come regionalismo multiscopo. L'integrazione in America Latina e nei Caraibi ha una storia di quasi mezzo secolo, durante il quale sono nati numerosi accordi, la maggior parte ancora in vita. Negli anni Sessanta e Settanta l'integrazione regionale fu collegata alla politica di protezione del mercato interno per favorire l'industrializzazione volta a sostituire beni importati con beni prodotti internamente (regionalismo protezionista). Grazie agli accordi regionali, il mercato interno divenne più grande. La protratta protezione dalla concorrenza internazionale, però, creò inefficienze produttive e prodotti di scarsa qualità, che non erano competitivi al di fuori del blocco. All'inizio degli anni Novanta l'integrazione regionale visse una rinnovata fase d'espansione sia con la creazione di nuovi blocchi, come il Mercosur (1991), che con il rilancio di accordi esistenti, come nel caso del Centro America e dei Caraibi. I principali blocchi regionali cercarono di realizzare un regionalismo aperto, ovvero di rendere complementari le politiche per l'integrazione con quelle per il miglioramento della competitività internazionale. Insieme all'eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie al commercio intra-regionale, gli accordi perseguivano una politica di apertura commerciale nei confronti dei paesi terzi. Fino alla fine del XX secolo il principale obiettivo dell'integrazione fu quello economico, prevalentemente la liberalizzazione commerciale. I progressi verso l'unione doganale sono però stati difficili e la quota di scambi intra-regionale è sempre rimasta bassa.Il processo d'integrazione in America Latina e nei Caraibi è passato attraverso fasi alterne di progresso, di rallentamento e di rinnovamento. Negli ultimi anni lo spirito integrazionista latinoamericano ha ritrovato una rinnovata forza nel regionalismo multiscopo.