Contatti

Il segreto di Alex Cevenini

, di Laura Fumagalli
Il 19 luglio la presentazione del libro postumo di un bocconiano che ha creato un network per sconfiggere la leucemia

Domani alle 18.30, al Mondadori Multicenter di piazza del Duomo, Michele Cevenini presenta il libro del fratello Alessandro, morto di leucemia nel novembre 2009. Il segreto è la vita, un romanzo di formazione sui generis: a compiere un percorso di crescita, più ancora che il protagonista-narratore, è il lettore che, grazie a queste pagine, ha la possibilità di imparare qualcosa che difficilmente qualcun altro gli può insegnare.

Alessandro Cevenini ha 24 anni ed è iscritto al secondo anno di specialistica Clemit in Bocconi quando si ammala di leucemia. È il 14 aprile 2007, ed è l'inizio di una lotta durissima, durante la quale scopre che vivere non è scontato come può pensarlo un qualunque spensierato ragazzo sano e che, per questo, bisogna dare un senso a ogni singolo giorno. Alessandro non aspetta di guarire per affrontare la malattia, e anzi inizia a studiarla o, come dice lui, "profilare il mio killer", e crea un gruppo Facebook per fare informazione consapevole sulla leucemia. Beat Leukemia (beat come sconfiggere e come i beat che scandiscono la musica che gli dà la carica), presto diventa un sito web tradotto in 15 lingue, "basato sul credo che la conoscenza condivisa è condizione necessaria per la vittoria", spiega nel libro Alessandro: "questa è una lotta a cui tutti dobbiamo partecipare, perché questo è un male che nessuno di noi merita di ricevere".

Ma Beat Leukemia non insegna solo come affrontare la malattia. Soprattutto, parla di come affrontare la vita, a prescindere che si sia sani o malati: con gioia, con entusiasmo, con coraggio e con ottimismo. Insegna che "è inutile aspettare le condizioni migliori per vivere al massimo. Le condizioni migliori sono qui e adesso". Il qui e ora di Alessandro è la camera sterile del Policlinico di Milano, che quando gli amici lo vanno a trovare "mi guardano come un pesce nell'acquario e io guardo loro come se fossero in televisione", sdrammatizza, raccontando le buffe contese tra le amiche che si rubano il citofono per mandargli i saluti. Da quella camera, Alessandro trova una risposta alla domanda "perché proprio a me?": perché lui è in grado di ribaltare la prospettiva e cogliere l'opportunità che si nasconde dietro alla minaccia. Non solo perché, come scrive, i suoi professori di economia gli hanno insegnato a "produrre qualcosa che giustifichi il prezzo pagato", ma soprattutto perché è una persona dotata di un'intelligenza e una forza d'animo eccezionali. Scopre che scrivere è una cura e, mentre la Moleskine nera, regalo della sua migliore amica Carlotta, si riempie di appunti, Beat Leukemia prende vita e Alessandro vede sempre più chiaramente la sua missione: diffondere la consapevolezza che la leucemia si può e si deve combattere.

Tutti coloro che l'hanno conosciuto hanno intuito quanto preziosa e positiva fosse la sua testimonianza. Nel settembre 2009 Carlo Salvato, direttore della specialistica in Management, l'ha invitato a presentare Beat Leukemia all'inaugurazione dei corsi, affinché insegnasse a 500 matricole a raggiungere obbiettivi validi anche in condizioni di svantaggio: "La mia lezione", scriveva Alessandro preparando le slides, "non vuole essere un noioso diario di terapie e sofferenze, ma un messaggio entusiasmante, che dica quanto è bella la vita proprio perché è possibile viverla in ogni condizione".

I progetti di Alessandro, per la verità, erano due. Il primo è Beat Leukemia, oggi Fondazione e Onlus che conta migliaia di iscritti. Il secondo progetto è il libro appena uscito per Piemme: suo fratello Michele lo presenta domani a tutti coloro che vogliano imparare qualcosa di importante.