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Da Kerouac a Dante

, di Andrea Celauro
Per Salvemini l'importante è differenziare i propri interessi

Severino Salvemini non si sbilancia a consigliare questo o quel libro, eccetto forse On the road, il classico di Jack Kerouac. Molto più utile partire dalla constatazione che, nel mondo del lavoro, “chi seleziona personale, non lo fa più solo in base a un curriculum da 110 e lode”. Ciò che conta sono sempre di più le esperienze maturate, e se sono esperienze forti, di quelle che formano il carattere, è anche meglio.

Per plasmare i propri gusti personali in fatto di cinema, letture e musica, non basta limitarsi a ciò che attira, ma è bene provare cose anche molto diverse tra loro, “perché non esiste nulla che non piaccia, esistono solo cose che non si capiscono”. Studiare, contestualizzare, cercare di apprezzare e tollerare le dissonanze, mettere insieme Sermonti che legge la Divina Commedia e il Teatro Off. “Che i ragazzi vadano pure a vedere La notte prima degli esami, ma non si lascino scappare una pellicola come Clerks”. In una parola: “Che non diventino monomaniaci, di un romanzo giovanilista come di un videogioco, ma che riflettano sul fatto che il mondo è fatto di cose diverse e che vale la pena approfondirle”.