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3.600 volte buon compleanno Cleacc!

, di Andrea Celauro
Un innovativo corso di laurea diventa maggiorenne. Per celebrarlo una festa con docenti e alumni

Per un qualsiasi giovane, compiere 18 anni è la tappa che più di tutte vale una grande festa. Lo è anche per il Cleacc, corso di laurea in economia e management per arte, cultura e comunicazione della Bocconi, che il 10 novembre celebra l'evento chiamando a raccolta studenti e alumni. Diciotto anni e 3.600 laureati da quel 1999 in cui, sotto il rettorato di Roberto Ruozi, il corso nasceva.

«Alla fondazione del Cleacc hanno concorso più fattori», spiega Severino Salvemini, direttore dal 1999 al 2011. «Da un lato, c'era il coinvolgimento personale di alcuni docenti in varie istituzioni culturali, come Claudio Dematté alla Rai. Dall'altro, alla SDA Bocconi era in corso una riflessione sul fatto che il management tradizionale potesse essere trasferito nel settore della cultura e dell'arte. Infine, ha avuto il suo peso la presenza di un rettore come Ruozi, che era un vero innovatore». Elementi che hanno contribuito alla massa critica necessaria alla nuova creazione. «All'inizio», continua Salvemini, «il corso era guardato con diffidenza, ma ben presto si è capito il potenziale di sviluppo dello studio dell'economia e del management applicati a questi settori».

Si trasforma l'università, grazie anche al nuovo corso, e si trasforma anche la città. «Così gli anni della mia direzione», racconta Paola Dubini, direttore dal 2011 al 2016, «sono stati quelli della presa di coscienza di Milano rispetto all'importanza dell'investire in progetti culturali e di riqualificazione, come quelli legati a Expo, Fondazione Prada o Citylife». Temi e riflessioni «nei quali il Cleacc entrava in maniera profonda», aggiunge Dubini. E ricorda un altro elemento di quel periodo: «La partenza del corso in inglese, un passo ulteriore verso l'internazionalità».

Quello ereditato da Francesca Beccacece, che è subentrata alla direzione nel 2016, è dunque un corso che nel tempo si è evoluto: «Oggi, a 18 anni dalla sua nascita, proprio come per una persona, il Cleacc diventa maturo. È un corso che si è sviluppato con una fisionomia molto precisa». E proprio come per un giovane, adesso «è il momento di acquisire una visione prospettica e questo è il mio obiettivo», conclude.

Ma se i direttori, dando la rotta al Cleacc, ne hanno assaporato l'evolversi nel tempo, è negli alumni che rimane traccia dell'esperienza universitaria peculiare del Cleacc.

Gaia Ceccaroli, oggi communication and event manager nel settore non-profit, si è laureata nel 2008: «Mi piace pensare che sono nata per il Cleacc», racconta. «È stato un percorso appassionato di conoscenza dove ho imparato a far dialogare l'anima creativa e quella economica». E ricorda «la propensione a navigare in mari internazionali e una continuità con i professori, tuttora miei mentori».

Sensazioni simili a quelle di Maria Luigia Vinciguerra (Cleacc 2012), tv format developer per Magnolia tv: «Desideravo lavorare nella gestione del prodotto culturale. Durante il corso, grazie alla mia attività a Bocconi Tv, mi sono appassionata al mondo televisivo. Oggi il mio percorso professionale rispecchia a pieno il mio percorso di studi: uso competenze manageriali con una sensibilità verso il contenuto che il Cleacc ha fatto emergere».

Tommaso Tagliabue (2016), grazie al Cleacc ha indirizzato il suo interesse verso il digital: «Del corso, che avevo scelto per coniugare percorso scientifico e umanistico, mi è piaciuta l'interazione tra le discipline e la possibilità di confronto tra gli studenti, ciascuno con interessi diversissimi. Oggi continuo il percorso con la magistrale Acme».

Tremilaseicento volti ed esperienze. Tutti nati, idealmente, in quella mattina di 18 anni fa.