Tratti di personalità e scelte di vita
Pensare all'orientamento al lavoro anche in funzione delle caratteristiche personali: con questo spirito nasce in Bocconi, più di otto anni fa, il Programma Orientamento Laureati, a integrazione delle altre attività di orientamento professionale offerte dall'Ufficio Placement dell'Università. Dal continuo contatto con laureandi/neolaureati e con numerose realtà aziendali con le quali l'Ateneo si confronta e collabora quotidianamente emerge, infatti, l'importanza sia in fase di selezione sia nel corso della vita professionale, della componente legata alle attitudini individuali oltre a quella inerente le competenze tecniche. Se queste ultime sono modificabili e incrementabili nel corso del tempo, le attitudini tendono ad acquisire una certa stabilità nei primi vent'anni di vita dell'individuo. Come rendere i laureati più consapevoli di questi aspetti e in grado di scegliere professioni più "attitudinali"?
Insieme a Roberto Vaccani, docente di Comportamento organizzativo in SDA Bocconi, viene selezionato con cadenza quasi annuale un gruppo di persone che lavorano all'interno di vari servizi dell'Università e di professionisti che operano nell'ambito delle risorse umane di aziende interessate all'iniziativa. Il gruppo segue un apposito corso di formazione basato sul MASPI, modello di ascolto delle strategie percettive individuali, elaborato da Vaccani stesso e in continua evoluzione. La scelta di un gruppo così composito consente una maggiore ricchezza e scambio di esperienze tra mondo universitario, vicino ai destinatari del servizio, e mondo del lavoro, destinazione prossima degli stessi partecipanti. Il modello di riferimento proposto permette di leggere sia le caratteristiche della persona sia quelle dei possibili ruoli professionali. Non richiedendo, infatti, competenze psicologiche specifiche, è facilmente trasferibile e fornisce una chiave di lettura che può essere utilizzata, una volta appresa, in un'ottica di auto-orientamento.
A livello organizzativo si tratta di un progetto che richiede un grande dispendio di tempo e di risorse umane, ma anche di un investimento per l'Università pienamente compensato - come risulta dai feedback scritti che pervengono a seguito della partecipazione al POL - poiché offre una garanzia di mantenimento di elevato standard qualitativo e una ricchezza di contributi.
di Roberto Vaccani, docente di Comportamento organizzativo, SDA Bocconi
Il MASPI, modello di ascolto delle strategie percettive individuali, fornisce la base per la formazione degli orientatori e per l'attuazione del servizio POL.
Nasce come risposta alle esigenze diffuse e tese a "diagnosticare" e codificare le attitudini e i talenti individuali, allo scopo di indirizzare scelte di vita e di lavoro, in coerenza con le aspettative profonde degli individui.
Le ipotesi di fondo del modello MASPI sono:
- diffusione di utilizzo e non detenzione specialistica;
- connubio fra rigore scientifico e pragmatismo;
- centratura sulle strategie percettive degli individui;
- mantenimento di distinzione fra la categoria delle competenze professionali e quella delle attitudini.
La logica costitutiva del MASPI e le modalità con cui viene proposto sono ispirate al principio di diffusione pedagogica. Mirano, cioè, a diffondere competenze in grado di educare le sensibilità di autopercezione attitudinale degli individui. Il MASPI nasce per facilitare l'auto-orientamento, più che come strumento puntuale di "diagnosi" e selezione operata da esperti. Per questa ragione propone categorie di analisi dei tratti di personalità che, in termini cognitivi, risultano di facile adozione comune.
Tale modello di classificazione è in tensione tra due esigenze contrapposte, quella dell'efficacia insita nel rigore del suo riferimento scientifico e quella dell'efficienza rivolta alla sua relativamente facile spendibilità operativa. Le categorie di analisi proposte dal modello non sono astratte, ma traggono spunto dalle riflessioni della letteratura scientifica sulle aree funzionali cerebrali e sui fenomeni bioenergetici, che caratterizzano le fasi dei processi decisionali. Queste categorie si propongono come accessibili contenitori logici in grado di classificare concrete e quotidiane strategie comportamentali.
Il MASPI suggerisce, infatti, categorie di analisi che, oltre a legare le strategie di comportamento individuale alle funzioni cerebrali da esse attivate, permettono di descrivere profili attitudinali di diversi ruoli organizzativi. In altri termini, utilizzando le stesse classi di analisi, favorisce il confronto comparato fra il profilo attitudinale individuale e il profilo di ruolo, entrambi letti in termini di personalità al lavoro.
Il baricentro logico di questo modello si pone a monte dei comportamenti specifici degli individui, che rappresentano solo indizi utili alla "diagnosi" delle strategie individuali di ascolto del mondo.
L'interesse del MASPI è orientato all'individuazione dei tratti di personalità intesi come strategie percettive di fondo, capaci cioè di attribuire significato soggettivo non casuale ai processi comportamentali nel loro insieme. Questo modello invita, infine, a risalire dai diversi comportamenti situazionali degli individui agli impliciti metaprogrammi percettivi che ne mantengono la regia.
Il MASPI lascia fuori dal suo campo le competenze individuali, intese semanticamente come conoscenze sperimentate (il saper fare) di attività professionali. Queste competenze, che pur convivono con le attitudini individuali, fanno riferimento alla scolarizzazione ed alla pratica richieste dai diversi ruoli professionali, ma possono non essere in coerenza con le attitudini di chi li esercita.
Oggi, il mercato del lavoro prospetta sempre più mobilità e discontinuità tra individui, organizzazioni e professioni. Le persone si troveranno spesso, nella loro avventura di vita, a negoziare e rinegoziare mestieri e percorsi di carriera. Risulta, pertanto, evidente nella comune esperienza quotidiana, che il successo personale in ambito professionale sia collegato alle attitudini individuali e non solo alle competenze tecniche. La consapevolezza dei tratti attitudinali in ambito lavorativo può aiutare, quindi, gli individui a mantenersi protagonisti "al timone" delle proprie scelte.
Le atittudini: una scelta più consapevole e di "valore"
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