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"Rent-an-Idea" per innovazioni piu' frequenti e radicali

, di Alfonso Gambardella - Direttore del Dipartimento di Management dell'Universita' Bocconi
Un articolo di Alfonso Gambardella con Ashish Arora evidenzia i benefici degli emergenti mercati delle idee. Che, ad ogni modo, dovrebbero migliorare il proprio funzionamento

In un'economia della conoscenza, le idee si scambiano. In realtà una certa diffusione delle idee si è sempre verificata. Però il fenomeno ha tipicamente seguito meccanismi diversi dal mercato. Per esempio, gli economisti parlano di spillover o, come ci dicono i sociologi della scienza, la conoscenza si diffonde attraverso conferenze e pubblicazioni.

Ma un'economia della conoscenza può prosperare senza mercati delle idee? Intendiamoci, questo non significa che i mercati debbano sostituire meccanismi come gli spillover o la diffusione pubblica della scienza e neppure le moderne forme di scambio della conoscenza, come le collaborazioni in open source. Il punto è che, quando le idee diventano beni economici importanti, i meccanismi con cui vengono scambiate si espandono. Non è perciò sorprendente che, negli ultimi 20 anni, le royalty e gli accordi di licenza, o le alleanze nei settori high-tech, siano aumentati considerevolmente, sostengono Alfonso Gambardella (Dipartimento di Management e Tecnologia e KITeS) e Ashish Arora (Fuqua School of Business e NBER) in Ideas for Rent: An Overview of Markets for Technology (Industrial and Corporate Change, Vol. 19 (3), 775-803, doi:10.1093/icc/dtq022).

Il vantaggio più importante di questi mercati è che i produttori di conoscenza e di idee spesso non sono i loro migliori utilizzatori. Basti pensare quanta conoscenza e quante idee provengono dalle università. Ad ogni modo, il problema si presenta anche nelle imprese. La mancanza di mercati delle tecnologie significa che se un'impresa ha le risorse e le capacità per costruire e distribuire le innovazioni, è costretta ad avere le capacità e le strutture – normalmente la Ricerca & Sviluppo – per idearle. Allo stesso modo, se un'impresa è brava a produrre idee, può trarne profitto solo se possiede il capitale fisico a valle - spesso costoso – necessario a incorporarle in un prodotto. Ciò significa rinunciare a uno dei vantaggi più importanti delle economie di mercato, vale a dire la specializzazione e il commercio basati sui vantaggi comparati.

Al contrario, quando i mercati delle tecnologie funzionano, qualsiasi impresa, comprese quelle piccole o individuali, che sviluppi un'idea può investire in essa senza dover investire nel capitale fisico a valle. Questo fa salire il tasso d'entrata dei produttori di idee, e perciò un maggior numero di idee raggiunge il mercato. Allo stesso tempo, dal momento che queste imprese dispongono di meno capitale fisico, possono prendere maggiori rischi, perchè il fallimento è un evento meno drammatico. Così i mercati delle tecnologie non innalzano solo il tasso di innovazione, ma conducono a innovazioni più radicali. Certo, la stessa cosa può verificarsi grazie a meccanismi di open source o attraverso la comunità scientifica. Però la diffusione di piccole imprese ad alta intensità di ricerca nelle biotecnologie, semiconduttori, software e molti altri settori tecnologici, che vendono le loro tecnologie semilavorate a imprese produttrici di dimensioni maggiori, comporta una diffusione della tecnologia di un ordine di grandezza superiore rispetto all'accademia o all'open source. Non è un'esagerazione sostenere che senza i mercati delle tecnologie l'innovazione nelle economie della conoscenza sarebbe seriamente rallentata.

Questi mercati sono ad uno stato iniziale. In particolare, non funzionano ancora in modo efficiente. Tra le altre cose, il modo in cui vengono determinati i prezzi è molto meno trasparente rispetto ai mercati tradizionali dei prodotti – per esempio, è molto forte l'asimmetria informativa tra le parti. Più in generale, molti accordi di licenza falliscono per la complessità dei contratti. Delle ragioni accennate qui, la soluzione a questi problemi è cruciale per la crescita basata sulle innovazioni delle imprese e delle economie. La mancanza di tali soluzioni rende perciò i mercati delle tecnologie un tema interessante di ricerca per il management, l'economia e il diritto.