Provvidenti, il Molise salvato dallo ska
Nel 2002 sembrava davvero finita. Il terremoto aveva portato via muri e vite nella scuola di S. Giuliano. Gli investimenti pubblici per la ricostruzione c'erano stati, anche abbastanza da far vivere la gente rimasta, ma in molte parti del Molise se ne era andata la speranza per restare e per fare. Poche energie, disperse in cento e cento paesini arroccati in alto, simili tra loro da lontano, da vicino tutti un po' diversi; storie di sanniti, romani, bizantini, tempi lunghi di ere contadine.
Uno di questi paesi si chiama Provvidenti, allungato sulla cresta di una collina, con il centro raccolto intorno al punto di ammasso del grano. Non particolarmente diverso dagli altri, anche lui in lista d'attesa per l'abbandono e lo spopolamento.
Tre, quattro anni dopo la tragedia arriva però una svolta, di piccole dimensioni, ma densa di significati e di domande.
La svolta si chiama Teresa Mariano, molisana pura, che con Gabriella (sua sorella) gestisce Komart, società di produzione musicale e di gestione di gruppi musicali.
Hanno un'idea ben chiara in testa, provare a immaginare un futuro per Provvidenti: e per loro stessi, come giovani imprenditori molisani.
Nasce in primo luogo un'identità: Provvidenti, Borgo della Musica. Rock, ska, musica italiana di ogni genere, magliette nere e qualche tatuaggio irrompono nelle strade silenziose e spopolate.
Arrivano i nostri? Non sono in tanti, sono anzi pochi, e disarmati, cantanti con alcuni manager. Ce la fanno a produrre un'economia tale da salvare il paese? Se ce la fanno l'esperienza potrebbe essere ripetuta in un altro borgo? Quali qualità ci mettono, quali nemici hanno... riescono a miscelare civiltà contadina e postmodernità?
Attratti da questa esperienza e grazie all'invito di Teresa, un gruppo di Ask, il Laboratorio di economia e gestione delle istituzioni e delle iniziative artistiche e culturali dell'Università Bocconi, parte per il Molise nel luglio di quest'anno.
Michelino, gestore dell'altra società che partecipa con Teresa all'avventura, la B-side Agency, quando ci raccoglie all'aeroporto di Capodichino non ha dubbi anche se vede le difficoltà. Il "deal" è chiaro in apparenza: la musica porta visibilità e pubblico ovvero economia e turismo.... gli abitanti di Provvidenti ci mettono se stessi e, se possono, se ne avvantaggiano. Deal chiaro ma dagli esiti assai poco scontati. Teresa Mariano ci porta in giro per il paese mentre organizza il concerto della sera dopo (a luglio ogni venerdì sera un concerto gratis) e ci lancia la visione. Far lavorare bene gli artisti, in un contesto autentico. Portarli qui a provare, fare musica, pensare, stare insieme. Fare spettacolo, ma avendo rispetto per il luogo, per il suo prezioso silenzio, per la sua storia, per le persone.
Niente Macondo: le cicche e le birre devono stare nei cestini che Teresa ha fatto comparire ovunque in paese. I vecchi che siedono su quella panchina in piazza devono poterlo fare sempre, con la sicurezza di sempre, ma potranno stare in un paese che non declina. I giovani possono tentare un bar, un agriturismo, o entrare nelle produzioni musicali. Suona tutto bello e reale seguendo Teresa che ti racconta le storie del paese, della piazza dei desideri, del muro della fortuna (quello che teneva in piedi l'ammasso dei grani).
Si capisce che una cosa è sicuramente successa a Provvidenti. Il paese, le sue case, i suoi muri, han preso voce, hanno storie da raccontare. Quelle che forgia Teresa, quelle che sa raccontare lei. E l'immaginario lavora e crea valore.
Il "complice" di Teresa è il sindaco di Provvidenti che ci racconta gli altri risultati: gli artisti hanno comprato casa e le stanno ristrutturando, c'è il progetto di un teatro studio, di una centrale fotovoltaica per avere l'energia autonoma, il comune ha ricomprato il centro e lo sta ristrutturando a bed and breakfast, uno o due giovani non sono andati via, stanno aprendo una pizzeria. Funziona, può funzionare.
Restano le domande e le difficoltà. Se si produce valore, chi lo acquisirà? Cosa succederà ai prezzi delle case? Le famiglie di Provvidenti ci staranno davvero? O il confronto tra la tradizione contadina radicatissima e il gramelot postmoderno genererà conflitti cattivi? Anche il tempo non è amico... passa e ruba energia, risorse, entusiasmi... Di sicuro i prossimi anni potranno essere decisivi per dare al progetto una direzione. Occorrerà capire come consolidare l'appoggio e la partecipazione degli abitanti, al di là della novità e dell'entusiasmo iniziali; come cogliere le opportunità di sviluppo continuando a intonarsi all'anima del luogo; come limitare possibili speculazioni edilizie e le proposte turistiche poco accurate e indifferenziate; e, infine, capire se è possibile unire altri piccoli comuni intorno a nuovi progetti in grado di ri-fondare tradizioni consolidate ma assopite, o poco evidenti agli occhi di chi le custodisce: Teresa, con il suo sogno di risvegliare i borghi, di renderli nuovamente interessanti, si rivolge anzitutto ai molisani stessi, agli emigrati, i "figli dei figli" degli anziani rimasti.
Cercheremo, noi del Centro Ask, di rispondere ad alcuni di questi interrogativi con una ricerca che tratteggi, appunto, una direzione sostenibile. E forse, mentre studiamo l'esperienza di Provvidenti, riusciremo a farci spiegare da Teresa e dagli altri come hanno fatto a trasformare devastanti onde sismiche in onde sonore.