
Il Midwest decidera' lo scontro elettorale
Nelle elezioni del 2016 il Midwest degli USA si scoprì decisivo per la corsa alla Casa Bianca, consegnando a Donald Trump un numero di elettori sorprendente considerata la tradizione democratica di stati come Indiana, Wisconsin o Michigan. La lettura prevalente di allora fu che i repubblicani avevano saputo interpretare meglio l'umore dei "forgotten men" e dei territori penalizzati dalla deindustrializzazione seguita alla globalizzazione. "Non era esattamente così e l'ho spiegato, analizzando in particolare il caso emblematico di Detroit, nel libro Detroit. Viaggio nella città degli estremi (Il Mulino)", ricorda Giuseppe Berta, docente di Storia Contemporanea. "Oggi le cose non sono molto cambiate, le domande di questi stati sono ancora inevase e né Trump né i democratici hanno saputo finora offrire le risposte attese. Non so prevedere quale sarà l'esito delle votazioni, ma sono sicuro dunque che la partita chiave si giocherà ancora qui".
La "Vecchia America", e in particolare l'area dell'auto, che secondo l'attuale presidente avrebbe dovuto essere rivitalizzata, soffre ancora di una grave crisi economica e occupazionale e il cuore pulsante dell'economia Usa si è trasferito sulla West Coast. "Il boom dell'hi-tech, però, non è qualcosa che Trump possa rivendicare, è un fenomeno indipendente", commenta Berta. "La California non è uno stato repubblicano, questo mondo non è un riferimento repubblicano. Il presidente dovrà fare dunque ancora affidamento sul Midwest e contare sul divario molto accentuato che c'è tra le aree rurali e i centri urbani". Già nel 2016 infatti a Indianapolis, Milwaukee, Cleveland, la maggioranza rimase in mani democratiche; a Detroit, dove la popolazione di origine afroamericana è oltre l'80% del totale, Hillary Clinton prese il 67% dei voti. Ma nei sobborghi bianchi e nelle campagne il voto fu favorevole a Trump.
"Nonostante alcuni sondaggi indichino che, per esempio in Michigan, la quota dem sia in rialzo, questa stratificazione geografica e sociale potrebbe favorire ancora Trump perché il sistema elettorale americano è storicamente influenzato dal desiderio di dare maggiore rappresentanza alle aree rurali in quanto portavoci delle più radicate tradizioni", prosegue il docente. "I democratici oltretutto oppongono per ora poca personalità; lo si è visto sia sulle questioni razziali che nell'affrontare l'emergenza COVID, con il Congresso che è apparso meno attivo rispetto alla presidenza. Anche in questo Trump si è mostrato più spregiudicato, adottando una prassi tipica nella Modern Monetary Theory per la quale si stampa sempre moneta, indipendentemente dall'inflazione. Questa immissione favorisce il Big State e immette denaro nelle tasche dei cittadini, sostenendo l'occupazione e alimentando Wall Street che, infatti, sale e macina primati nonostante il numero di imprese si riduca. Prima o poi il sistema presenterà il conto, ma intanto per queste elezioni potrebbe giocare a suo favore".