I nonni, risorsa preziosa e senza vere alternative
Diverse ricerche del Centro Dondena Bocconi si stanno occupando del contributo dei nonni all'organizzazione della vita delle famiglie con bambini. Qual è l'effetto del loro aiuto con i bambini su alcune decisioni prese all'interno della famiglia? Due ricerche, una in ambito nazionale e l'altra in ambito internazionale, valutano l'effetto di questo supporto intergenerazionale sulla decisione della donna (mamma) di partecipare al mercato del lavoro. In Italia, dove il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi in Europa e lontano dagli obiettivi prefissati per il 2010 (Lisbona target, 60% di occupazione femminile), l'aiuto dei nonni nella cura dei più piccoli comporta un aumento della probabilità di partecipare del 39%. In particolare, l'effetto è forte se si guarda alle famiglie con bambini piccoli, dato la poca disponibilità di asili nidi pubblici, i costi alti di quelli privati, e un po' di resistenza culturale (soprattutto nel Sud) nell'affidare i bambini a persone 'estranee' alla famiglia allargata. In questa ricerca, come in quella che segue, sono stati applicati metodi ecometrici che permettono di parlare di causa e non di semplice associazione. Possiamo quindi dire che l'aiuto dei nonni induce le mamme a lavorare di più, e non semplicemente che la donna che già lavora (o vorrebbe lavorare) chiede ai nonni questo supporto. Se consideriamo paesi diversi dall'Italia, troviamo che l'effetto non è sempre così importante. Probabilmente in paesi come Francia e Germania la maggiore disponibilità di asili nido pubblici e la maggior flessibilità del mercato del lavoro, che permette a molte madri di lavorare part-time, fanno sì che l'aiuto dei nonni sia sì importante, ma non così fondamentale come nel caso italiano. Non solo, anche le preferenze possono essere diverse: le preferenze dei genitori, che hanno più fiducia nelle istituzioni; e dei nonni, che preferiscono non dedicarsi 'full time' alla cura dei nipoti.
Una terza ricerca invece si concentra sulla decisione di avere un figlio. Possiamo assumere che la prospettiva di essere aiutati possa alleggerire i costi (di tempo, fatica, risorse economiche) di avere un figlio. Per questa ricerca vengono usati dati su molti paesi europei, tra cui l'Italia. L'aspetto più interessante è che, con questi dati, si ha la possibilità di osservare il comportamento di tutti i membri della famiglia allargata: nonni, genitori e zii. Se i nonni aiutano il figlio A, il figlio A avrà maggiori probabilità di avere un figlio? E cosa farà il figlio B non aiutato? I risultati suggeriscono che se i nonni aiutano nella cura dei nipoti, tutti i figli-genitori hanno più probabilità di avere un figlio, ma solo se il bambino che i nonni stanno curando ha più di tre anni. Se il bambino è ancora piccolo (e quindi più 'impegnativo'), il genitore aiutato non ha una probabilità più alta di avere un altro bambino e diminuisce anche contestualmente la probabilità del fratello (lo zio) di averne un secondo figlio. Questo ultimo genitore aspetta che il nipote raggiunga un'età maggiore (quando potrà andare all'asilo o a scuola) in modo che i nonni si liberino e possano poi badare a un loro nuovo nato. Questo dimostra che poter contare sull'aiuto dei nonni è una determinante importante della scelta di avere un figlio, in particolare nei paesi dell'Europa del sud (Italia, Spagna e Grecia). Ma dove non c'è alternativa all'aiuto dei nonni, il risultato sulla fertilità totale di questo tipo di cura dei bambini può essere, alla fine, negativo.Queste ricerche dimostrano come i nonni siano una risorsa importante, ma evidenziano già dei limiti se si considera come unica o prevalente l'attività di cura. A parte il fatto che gestire più nipoti piccoli allo stesso tempo non è fattibile, alcuni (potenziali) genitori possono non avere i nonni a disposizione (perché malati o troppo vecchi) o perché ancora nel mercato del lavoro.