Fisco per la famiglia, Italia ai margini dell’Europa
Con uno sforzo davvero piccolo l'Italia potrebbe raggiungere gli altri paesi europei in tema di servizi per la famiglia. Questo è quanto emerso dalla short note "Fisco in favore delle famiglie con bambini in età pre-scolare: due proposte e una simulazione", scritta da Alessandra Casarico, Lidia Ceriani e Paola Profeta, del centro di ricerca Econpubblica dell'Università Bocconi, per il Corriere della sera.
In Italia la spesa pubblica complessiva per servizi alla famiglia è l'1,3% del pil (Ocse 2009), inferiore in Europa soltanto a Spagna e Grecia. Percentuale che scende (0,15 del pil) se si considerano solo gli interventi diretti alla primissima infanzia, cioè bambini sotto i tre anni. Non esistendo in Italia servizi gratuiti di cura per la prima infanzia, le famiglie con bambini piccoli in cui entrambi i genitori lavorano, se non hanno per ragioni soggettive altre fonti di supporto, devono affrontare la spesa di un asilo nido o della baby sitter. Il tutto con gravi ricadute sull'occupazione femminile, visto che il 27,1% delle donne occupate tra il 2003 e il 2007 che hanno avuto un figlio sono poi uscite dal mondo del lavoro.Dopo aver considerato le attuali misure fiscali di sostegno alle famiglie, le autrici propongono e valutano "quale sarebbe la spesa che lo Stato dovrebbe sostenere per l'implementazione di due politiche alternative: un trasferimento monetario o una detrazione di imposta a favore delle famiglie in cui entrambi i genitori lavorino, e in cui ci sia almeno un bambino al di sotto dei tre anni". Lo stesso esercizio viene poi esteso anche alle famiglie con bambini in età 3-5 anni.Utilizzando i dati IT-Silc 2007 e assumendo che la cura dei figli costi alle famiglie tra i 500 e i 1.000 euro l'anno e che tutte le famiglie con bambini compresi nelle fasce di età considerate sopportino tale spesa, le autrici calcolano che un trasferimento monetario per le famiglie con bambini al di sotto dei tre anni costerebbe tra lo 0,482% (trasferimento di 500 euro) e lo 0,963% (1.000 euro)."Se volessimo includere anche la classe di età 3-5", dicono le autrici, "la spesa aumenterebbe di poco, dallo 0,547 all'1,094% del pil, sempre considerando un trasferimento di 500 e 1.000 euro". Come secondo esperimento le ricercatrici di Econpubblica ipotizzano di concedere una detrazione Irpef di 500 euro (o 800, o 1.000) al mese per ciascun figlio delle due classi di età esaminate, sempre alle famiglie dove entrambi i coniugi lavorano, eliminando quelle in cui, in assenza di questa detrazione, l'imposta Irpef dovuta sia pari a 0. Per trarne maggior beneficio, la detrazione viene attribuita al coniuge con Irpef lorda maggiore. In questo caso la spesa scende: per i bambini sotto i tre anni si avrà, rispettivamente, una spesa in percentuale del pil dello 0,274%, dello 0,324% e dello 0,342%. Per la classe 3-5 si avranno lo 0,297%, lo 0,351% e lo 0,376%."Se poi estendiamo il trasferimento anche alle famiglie dove uno dei genitori non lavora", riprendono le autrici, "condizionato al fatto che inizi a lavorare in presenza del trasferimento", e concentrandosi sulle famiglie nel primo decile di reddito, l'ulteriore spesa andrebbe dallo 0,028% allo 0,056% del pil. "Secondo le nostre stime", aggiungono Casarico, Ceriani e Profeta, "se lo Stato finanziasse completamente la cura dei bambini in età prescolare dovrebbe sopportare un costo molto contenuto. Se infatti finanziasse solamente le famiglie con bambini più piccoli, l'introduzione di 500 euro di trasferimento farebbe aumentare la spesa in termini di pil dello 0,51%, raggiungendo l'1,815%. Con un trasferimento di 1.000 euro si arriverebbe al 2,61%, in entrambi i casi superando il solo Portogallo tra i paesi europei in termini di spesa per le famiglie".Le cose cambierebbero molto se si calcolasse il trasferimento massimo (1.000 euro) esteso anche alla classe 3-5. "In questo caso, sommando le spese per le due classi di età, l'aumento sarebbe del 2,17% che, sommato all'attuale 1,3, farebbe rientrare l'Italia nella media europea. Ma sempre dietro la Francia".