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0,016%, il costo della maternita' per le imprese

, di Fabio Todesco
E' la percentuale del fatturato che se ne va per integrare lo stipendio delle donne in congedo di maternita' secondo un'analisi del Laboratorio Armonia

Se tutte le aziende italiane integrassero al 100% la retribuzione delle donne in congedo di maternità (quello conosciuto come "obbligatoria", per cui l'Inps copre l'80% dello stipendio e le imprese possono, ma non devono coprire il restante 20%) esse spenderebbero 443,4 milioni di euro, ovvero lo 0,016% del loro fatturato, hanno sostenuto questa mattina Alessandra Casarico e Paola Profeta nel corso della presentazione dei risultati preliminari di una ricerca del Laboratorio Armonia della Sda Bocconi su Maternità e costi aziendali.

L'esiguità della cifra si scontra con la percezione, diffusa nel mondo produttivo, che la maternità sia un costo rilevante per le imprese e costituisca perciò un serio handicap allo sviluppo delle carriere femminili, ha affermato Simona Cuomo, coordinatrice del Laboratorio, presentando i lineamenti della ricerca, i cui risultati definitivi saranno resi noti a marzo 2009. "A fronte di mille analisi concordi nell'individuare una relazione positiva tra presenza delle donne nelle posizioni di comando e risultati economici delle imprese", ha detto Cuomo, "in Italia si sprecano risorse e potenzialità".

A fronte di una percentuale di lauree sulla popolazione che ha raggiunto il 12,7% tra le donne, contro l'11% degli uomini, hanno illustrato Profeta e Casarico, si registra un tasso di partecipazione al mercato del lavoro che è del 46,6% per le prime (con percentuali di poco superiori al 30% al Sud) e del 70,7% tra i secondi. Il 25% delle laureate non lavora, contro il 9% dei laureati e i differenziali retributivi crescono al crescere del titolo di studio. Nel 2007 il 42,3% delle imprese prevedeva di assumere in preferenza uomini, il 18,2% donne e il 39,5% era indifferente.

La comparazione internazionale mostra che non vi è alcuna relazione tra la generosità del sistema dei congedi (di maternità e parentale, la cosiddetta "facoltativa") e occupazione delle madri e che il sistema italiano non è poi così generoso come il mondo produttivo ritiene. Se un indice della generosità del congedo di maternità ci colloca al terzo posto in Europa dopo Austria e Olanda, in quanto a congedo parentale siamo parecchie posizioni indietro.

Il dibattito pubblico sul tema, ha dimostrato Adele Mapelli analizzando una rassegna stampa degli ultimi anni, è ancora impregnato di pregiudizi e false credenze. Oltre a quella sull'eccessiva generosità della legislazione merita una segnalazione quella secondo cui all'aumentare della partecipazione femminile al mercato del lavoro calerebbe la fertilità. Ebbene, è ormai dimostrato che, se la cosa era vera negli anni '70, la relazione si è oggi addirittura invertita: i paesi a maggiore partecipazione femminile sono anche quelli con una fertilità più alta.

Nel pregiudizio delle imprese deve perciò giocare un ruolo rilevante la percezione dei costi organizzativi della maternità.