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La forza delle pmi è il radicamento nel territorio

, di Paolo Preti - docente di organizzazione delle piccole e medie imprese
Nell’era della globalizzazione si impone l’inglese, ma ritornano i dialetti. Le specialità italiane sono regionali

L'impresa è 'forte' anche nell'agro-alimentare. In questo settore così caratteristico della nostra imprenditorialità, molte aziende, soprattutto piccole e medie (almeno quelle che hanno capito anticipatamente il cambiamento di contesto), sono già da tempo all'opera per rispondere al nuovo che si impone: ne emerge un modo peculiare di fare impresa che riguarda contemporaneamente gli obiettivi, la strategia e l'organizzazione aziendale, ma anche il comportamento e i valori degli imprenditori.

Indipendentemente dalle molteplici differenze, le imprese migliori, quelle che ce la stanno già facendo, mostrano delle linee di azione costanti, anche se non necessariamente presenti contemporaneamente in tutte queste aziende: regole che sembra di avere riassunto con sufficiente completezza e che caratterizzano l'impresa "forte", l'impresa che ha saputo e saprà, cioè, cambiare il mezzo per mantenere inalterata la capacità di perseguire il fine.

Una di queste regole sembra, in particolare, valorizzare l'esperienza delle imprese agro-alimentari di successo: rimanere radicati nel territorio di nascita e di vocazione. In senso lato si tratta di prodotti della terra, che dalla terra ricavano non solo la propria consistenza materiale, ma anche il proprio valore immateriale. La mozzarella di bufala ha tuttora più valore se è di Mondragone, il taleggio è dell'omonima valle bergamasca, il prosciutto di Sauris ha un gusto particolare e diverso da quello di Parma e di San Daniele.

Nell'era della globalizzazione si impone l'inglese, ma torna il dialetto: i cibi meltin'pop sono prodotti dalle multinazionali del settore, le specialità italiane sono regionali quando non comunali. In questo radicamento territoriale c'è il motivo del successo e la principale possibilità di difesa: il successo che deriva dalla capacità di imporre sui mercati globali il gusto del locale e la difesa da ogni possibile imitazione sapendone conservare i tratti originali.

Turismo e agro-alimentare sono da questo punto di vista ovviamente interdipendenti: a costruire una riuscita esperienza di vacanza contribuisce anche l'originalità e la qualità del cibo consumato e la possibilità di vivere i luoghi della produzione. Ristoranti come il "Solo ciccia" di Dario Cecchini a Panzano in Chianti dove la carne la fa da padrona, anche se non tutta chianina, diventano a pieno titolo allora imprese alimentari dove fare esperienza della tradizione del territorio. Lo stesso vale per le varie Mangialonghe, la più famosa delle quali è forse quella che ogni anno Marco Caprai organizza a fine maggio in quel di Montefalco per festeggiare il Sagrantino, e per mille altre simili iniziative.

Là, dove tutto è iniziato dieci, venti, trenta o anche ottanta anni fa, è dunque bene che l'esperienza imprenditoriale prosegua perché lontano da quell'origine sarebbe difficile, anche se non impossibile, ricostruire e ravvivare il patrimonio di conoscenze e di rapporti, di immagine e di valori, in sintesi di fiducia, che hanno permesso all'azienda di raggiungere il successo. Piedi ben piantati nel territorio di origine ad alimentare il fare impresa attraverso punti di riferimento saldi e testa in giro per il mondo alla conquista dei mercati. Nel pieno della globalizzazione identità, tradizione e fiducia sono merce relativamente rara e dal valore incommensurabile anche nell'agire economico: è un capitale da custodire e accrescere. Non è solo il territorio dei distretti, peraltro assai importante, perché si può essere impresa forte anche lontano dall'eventuale distretto di settore. Non è necessariamente un territorio che agevola l'attività dell'imprenditore perché, anzi, spesso gliela complica con difficoltà infrastrutturali, spazi fisici limitati e ostacoli nel reperire contributi professionali qualificati. È quel territorio dove l'impresa è nata, che spesso coincide con il comune di nascita e di residenza dell'imprenditore e di molti suoi collaboratori e che altrettanto spesso è un piccolo centro di periferia, quasi mai un capoluogo di provincia o di regione.