Le tre Italie del piano di sviluppo della fibra ottica
L'Italia è solo 27esima nello sviluppo delle reti ultrabroadband tra i 28 paesi dell'Ue, una posizione che significa notevole ritardo. Mentre l'utilizzo dei servizi mobili è in linea con il resto dell'Europa, solo il 36% delle famiglie italiane è oggi raggiunto dalle reti a banda ultralarga, ricorda Michele Polo, direttore dello Iefe, l'Istituto di economia e politica dell'energia e dell'ambiente della Bocconi in un video della serie #EnergyLink.
Per colmare il gap il governo ha elaborato un piano che mira a coprire il paese entro il 2018, in modo che le linee a 100 Mega raggiungano l'85% della popolazione e il restante 15% sia coperto da linee a 30 Mega.
Il piano divide il paese in tre aree, a seconda della forza della domanda: quelle più sviluppate, dove l'intervento sarà solo di tipo privato; quelle di sviluppo medio, dove saranno previsti strumenti di incentivazione perché la copertura completa non sarebbe raggiunta senza supporto pubblico; quelle a fallimento di mercato, dove l'intervento pubblico sarà diretto. L'investimento previsto è di 2,2 miliardi di euro, come spiega Michele Polo, direttore Iefe Bocconi, nel video di #EnergyLink.
I pregi del piano sono la scalabilità delle soluzioni tecniche, la cooperazione tra pubblico e privato e la collaborazione con Bruxelles per fare in modo che l'intervento pubblico fosse disegnato in accordo con la disciplina sugli aiuti di stato. Ci si aspetta dunque un'accelerazione del processo di sviluppo delle reti nei prossimi anni.
#EnergyLink/Reti in fibra ottica, l’Italia in linea con l’Europa nel 2018
