E' Valdani ma sembra Rothko
Non tutti probabilmente lo sanno, ma in Bocconi esiste il corridoio Rothko. E' al quarto piano di via Roentgen, una serie di dipinti che spiccano con i loro colori accesi sulle pareti dell'edificio. L'autore dei quadri, che si ispirano al genio americano di origini lettoni, è Enrico Valdani, direttore del Dipartimento di marketing, una passione per l'arte e la pittura in particolare che ha radici nella giovinezza, "quando mio padre", spiega, "militare di carriera che amava dipingere, mi fece vedere un quadro di Morandi". Come spesso accade, la passione adolescenziale fu di breve durata, ma qualcosa si era sedimentato. E si rinvigorì negli anni dell'università, quando Valdani visitò una mostra a Palazzo Ducale, a Venezia, e rimase impressionato dai quadri di Jeronimus Bosch: "Era una pittura di una forza straordinaria, antica ma moderna, che rompeva gli schemi del tempo, le regole del gioco. Ma mi colpì anche Brueghel, che dipingeva il popolo quando i committenti, le classi facoltose, non avevano nessun interesse a farlo". Valdani iniziò a dipingere ispirandosi a questi grandi del passato, cui va aggiunto anche William Turner, precursore dell'impressionismo, "che ebbi modo di ammirare alla Tate Gallery. Tutti artisti capaci di rompere gli schemi dei loro tempi".
Ma non solo il messaggio è importante per Valdani, dei grandi artisti cerca di comprendere le tecniche, i materiali usati, i colori. Come fanno tutti i pittori, "ma io non mi definisco tale, sono solo un dilettante", precisa il professore della Bocconi, si inizia ispirandosi ad altri, prima di definire il proprio percorso. "Osservo quello che mi circonda e, se c'è qualcosa che mi colpisce, lo reinterpreto a modo mio". Un esempio in questo senso sono i bastioni di Porta Romana, la cui trasposizione pittorica si staglia, con i suoi accesi colori arancio e mattone, nel 'corridoio Rothko', unica divagazione rispetto ai quadri ispirati al maestro dell'espressionismo astratto. Da qualche anno Enrico Valdani ha ripreso a dipingere con costanza e le sue opere occupano le pareti di amici e parenti, nonostante il tempo a disposizione per realizzarle non sia molto: "Dipingo la sera, cercando di ottimizzare i tempi. Ogni opera, prima di cominciare a dipingere, presuppone un serio lavoro di preparazione mentale", spiega, "perché chi dipinge per diletto non può sperimentare e rifare il lavoro più volte. Va subito realizzato nel migliore dei modi".
I dipinti ispirati a Rothko, oltre che sulle pareti dell'edificio di via Roentgen, sono anche nell'ufficio del professore, in attesa di collocazione. Da vicino si può osservare la tecnica, che presuppone grande manualità: "C'è una base realizzata con pasta di gesso, poi dipinta con colori acrilici. La pasta di gesso è materica, la lavoro con le mani e con la spatola, mi piace plasmare la materia". Una cosa che Valdani non realizza sono i ritratti, "troppo difficili", dice, pur ammirandoli molto. "Se potessi comporre la mia collezione privata ideale, senza limiti di spesa, acquisterei i ritratti femminili dei più grandi pittori di ogni epoca, perché non c'è niente, come la bellezza femminile, capace di ispirare al massimo grado la sensibilità dei grandi artisti".