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QuiCibo.it da' uno spazio alle aziende agricole per raccontarsi e vendere

, di Claudio Todesco
Il marketplace dell'agroalimentare italiano, avviato da due amici veneti, e' ospitato nell'incubatore Speed MI Up

Solo l'1% delle nostre aziende agroalimentari ha un sito in cui pubblicizza e vende i propri prodotti, a fronte di un mercato di circa 15 milioni d'italiani che effettuano abitualmente acquisti on line. QuiCibo.it si inserisce in questa forbice tra domanda e offerta, offrendo una vetrina digitale alle aziende che faticano a costruirne una per mancanza di fondi o di know how. Attivo dal febbraio 2014, il sito mira a diventare il luogo d'incontro fra produttori locali e consumatori. Già oggi ospita quasi 1.000 aziende e oltre 1.500 prodotti organizzati in macro categorie come carni, latticini, ortofrutta, dispensa, bevande e bio. Quest'ultima è curata in collaborazione con FederBio, federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica.

Mettendo in contatto produttore e consumatore, QuiCibo promuove un modello di filiera corta e stimola le aziende alla massima trasparenza nel fornire informazioni sui prodotti. Il progetto nasce nel 2012 quando i due fondatori Nicola Galetto (oggi 27 anni) e Marco Grumolato (28), entrambi laureati in Giurisprudenza, si trovano con alcuni amici per una scampagnata di Pasquetta nel vicentino. La sfida nasce mentre sono a tavola: perché non provare a vendere cibo italiano di qualità on line? La prima mossa è la partecipazione al concorso promosso da Corriere della Sera, SDA Bocconi, Armando Testa e Intesa Sanpaolo "Ripartiamo dalle idee". Il team è completato dai due business angels, i fratelli Cristian e Michele Specogna dell'omonima azienda vinicola friulana. Di recente si è unito un quinto socio, lo studio di consulenza finanziaria milanese Madison Corporate Finance.

"QuiCibo non è un semplice e-commerce", spiega il responsabile comunicazione e marketing Carlo Tregambe. "L'idea è quella del marketplace: vogliamo essere il mercato on line dell'agroalimentare italiano. La parte di e-commerce è affiancata da una sezione di storytelling nella quale le aziende raccontano la propria storia e da una parte di social networking dove produttori e consumatori si possono conoscere e scambiare idee sul cibo". Le parole chiave sono passione, territorio, genuinità, tradizione. "Lasciamo libertà completa alle aziende di compilare le loro schede. Descrivono i propri prodotti, postano foto e video. È il bello del progetto: i produttori si raccontano ognuno con la sua voce".

L'iscrizione delle aziende è gratuita, le entrate derivano da una percentuale sulle vendite. Ma il modello potrebbe evolversi: grazie alla propria visibilità on line, QuiCibo potrebbe diventare anche una piattaforma di servizi di comunicazione on line per le aziende. Un'altra strada percorribile per incrementare le revenue è l'internazionalizzazione e non a caso Galetto sta partecipando alla startup business school Mind the Bridge a San Francisco. In occasione di Vinitaly, a Verona dal 22 al 25 marzo, QuiCibo ha lanciato il portale spin off QuiVino. E la partnership con FederBio potrebbe portare la startup veneta in uno dei padiglioni di Expo 2015.