La via per le stelle (quasi) a buon mercato
Se il turismo nello spazio è una promessa, il miliardario britannico Richard Branson è il suo profeta. Il vulcanico fondatore del marchio Virgin e delle sue mille ramificazioni, dalla discografia ai voli aerei, si è detto più volte certo, infatti, che nel 2009 la sua Virgin Galactic inaugurerà i voli turistici nello spazio, portando a spasso tra le stelle oltre 50mila civili in dieci anni, ovvero dieci volte di più di tutti gli astronauti che abbiano mai varcato l'orbita terrestre fino ad oggi. Come ha dichiarato a Time qualche settimana fa, 42mila di loro avrebbero già prenotato e pagato l'acconto dei 200mila dollari necessari per galleggiare due ore in assenza di gravità a 100 km di altezza.
Molte altre piccole, giovani, aziende aerospaziali stanno organizzandosi per spedire esseri umani in orbita: la t/Space (https://www.transformspace.com), la SpaceDev (https://www.spacedev.com/newsite/templates/homepage.php?pid=2), l'Interorbital Systems (https://www.interorbital.com), la Mars Society (https://www.marssociety.org/portal), l'Armadillo Aerospace (https://armadilloaerospace.com/n.x/Armadillo/Home). Tra queste, la SpaceX (https://www.spacex.com) di Elon Musk, fondatore del sistema di pagamento on-line PayPal, è spesso indicata come quella più promettente. Per lo meno, ad oggi, è l'unica ad avere veramente costruito prototipi di razzo e ad avere addirittura citato Boeing e Lockheed Martin, nel 2005, per violazione delle norme antitrust su questo argomento.
Ma anche altri si stanno muovendo, come Paul Allen, braccio destro di Bill Gates nell'avventura di Microsoft, che, già nel 2004, ha investito circa 25 milioni di dollari nel progetto di sviluppo del vettore spaziale SpaceShipOne (https://www.scaled.com/projects/tierone/) o come Jeff Bezos, fondatore di Amazon. La sua compagnia, Blue Origin (https://public.blueorigin.com/index.html) ha pubblicato a gennaio di quest'anno le prime immagini del lancio di prova del vettore spaziale privato decollato, privo di equipaggio per ora, in una zona deserta del Texas, non lontano da El Paso. Il vettore si è spinto in alto solo per poche decine di metri prima di rientrare, ma sufficienti per far confermare in agenda la data del primo volo: 2009.
E se il business delle navicelle spaziali e della costruzione degli spazioporti non bastasse, c'è già chi immagina affari astronomici in scenari davvero fantascientifici. Come Robert Bigelow, imprenditore di Las Vegas, proprietario, sulla terra, di una catena di alberghi e fondatore di Bigelow Aerospace (https://www.bigelowaerospace.com/), società che progetta e costruisce moduli spaziali abitabili e gonfiabili. Da luglio dell'anno scorso è già in orbita Genesis I, anticipazione in miniatura del modulo per passeggeri, pronto, giurano gli ingegneri americani, già nel 2012. Nulla a confronto dei progetti della Shimizu Corporation, società giapponese specializzata in architetture estreme, capofila, insieme alla Nasa, di un consorzio che lavora a un programma di colonizzazione vera e propria della Luna.