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Il backstage del primo Mooc Bocconi

, di Fabio Todesco
Come nascono, sul set del laboratorio Beta, i massive open online courses dell'Universita', sulla piattaforma Coursera dal 9 giugno

La piccola Cinecittà di via Roentgen misura poco più di 25 metri quadrati ma, proprio come negli studi cinematografici, a ogni parete corrisponde un fondale diverso. Quando la telecamera riprende la parete est, disseminata di foglietti per le note di colore rosso e arancio, si sta girando Financing and Investing in Infrastructure; quando il suo occhio guarda a nord, verso la parete piena di ritagli dalle riviste di moda, si sta lavorando a Managing Fashion and Luxury Companies. Le due produzioni sono i primi massive open online courses (Mooc) che la Bocconi pubblicherà sulla piattaforma di Coursera, e l'ufficio trasformato in set è quello del Bocconi education and teaching alliance (Beta), il laboratorio che studia e progetta il futuro dell'apprendimento in Università.

Appena finito uno spezzone Stefano Gatti, il professore di Financing and Investing in Infrastructure, si rivolge all'operatore: "Tempo?", e scopre di avere spaccato il secondo. Siamo all'ultima seduta di riprese, una decina di giorni prima della partenza del corso, il 9 giugno, e Gatti è ormai un veterano. Prima di ogni scena discute con Chiara Moscardo del Beta il collegamento tra il girato e le slide e mentre la collega Valentina Todaro cura le riprese, Chiara rifinisce le slide. È un meccanismo ben oliato, che si è messo in moto a dicembre del 2013 con la regia di Luigi Proserpio, il docente responsabile del Beta.

"All'inizio abbiamo deciso come spacchettare il corso in settimane di lezione e poi giù giù, fino alle singole scene", spiega Gatti. "Abbiamo preparato uno script di massima, che poi si è trasformato in una sceneggiatura di dettaglio e le prime riprese sono servite anche a noi per fare esperienza". Ora in una sessione di poco più di mezza giornata il team è in grado di girare i video di un'intera settimana di lezioni.

Il corso si apre con una presentazione girata in molti ambienti diversi, che aiuta l'utente online a familiarizzare anche fisicamente con la Bocconi, ma il resto è girato quasi esclusivamente tra le mura del Beta. "Il progetto iniziale prevedeva una maggiore varietà di ambientazioni", spiega Valentina, "ma poi ci siamo resi conto che i background rischiano di confondere. Così si è optato per qualcosa di colorato, ma relativamente statico, recuperando la varietà degli stimoli grazie alle diverse situazioni: una sequenza frontale introduce il tema della sessione, una roundtable con domande poste dagli assistenti affronta gli approfondimenti o i casi (oggi i collaboratori sono Carlo Chiarella e Gimede Gigante), mentre alcune clip presentano il docente che propone e risolve un esercizio. L'ultimo spezzone, quello dei "take away", ricapitola i punti essenziali del blocco di lezioni.

"Con il passare del tempo e con il benchmarking dei Mooc fatti da altri", afferma Chiara, "ci siamo resi conto dell'importanza dei forum attraverso i quali passerà l'interazione della community di docenti e allievi e ora stiamo dedicando molte energie al loro sviluppo".

In un momento di pausa, tra i libri di programmazione in Java e quelli di statistica per l'economia che, dentro cubi trasparenti, arredano il Beta, Gatti tira le somme: "È stata una grande esperienza e ho imparato moltissime cose. Le più importanti: come funziona un processo di produzione in team, come adattare il mio modo di insegnare a contesti nuovi e diversi". Intanto Valentina controlla che gli accessori sulla scrivania siano del colore e nella posizione giusta e si avvicina a Gatti con la tavoletta nera del ciak in mano.