Dall'Idroscalo alle Hawaii con Paolo Sfameni
Purché sia canoa. Per Paolo Sfameni, 47 anni, docente presso il Dipartimento di studi giuridici dell'Università Bocconi, non esistono barriere invalicabili quando sale sul suo kayak. Atleta nella categoria Master, Sfameni gareggia su ogni distanza e con tutte le barche possibili: dalla canoa olimpica a quella fluviale, per arrivare alla canoa surfski, "specialità", spiega il professore della Bocconi, "riservata a chi ha qualcosa in più, viste le difficoltà che presenta". Sfameni da ragazzo ha praticato a livello agonistico due sport, la canoa appunto e il nuoto, riscontrando grandi differenze di valori: "Quello della canoa è un mondo di grandi valori, sportivi ed umani. E' un mondo piccolo nel quale, soprattutto quando ho iniziato, ci si conosceva e ci si frequentava tutti, si era sempre a contatto con i grandi campioni. Il nuoto invece era molto più competitivo, più finalizzato al risultato". Accantonato l'agonismo per dedicarsi agli studi e poi alla professione, Paolo Sfameni non ha mai veramente smesso di allenarsi e gareggiare e oggi, nella categoria denominata Master, rappresenta l'Italia nelle maggiori competizioni internazionali. "Mi alleno tre-quattro volte alla settimana all'Idroscalo, che è un po' la culla milanese per gli amanti di questo sport, il luogo dove tutti abbiamo incominciato", racconta Sfameni, "e conservo lo stesso entusiasmo di qualche anno fa, anche perché i risultati arrivano".
Il 2011 è stato infatti un anno particolarmente importante, perché Sfameni, in coppia con il campione olimpico di Atlanta 1996 e due volte campione mondiale Daniele Scarpa, ha rappresentato l'Italia al Molokay World Ocean Racing Championship, alle Hawaii, cogliendo un brillante secondo posto: "Si tratta dei campionati del mondo di una disciplina, la canoa surfski biposto, molto difficile, sono barche lunghe e velocissime, instabili e adatte per le competizioni che si svolgono tra le grandi onde oceaniche. Abbiamo percorso i 53 km della prova in 4 ore e 15 minuti, in condizioni ambientali difficili". La prossima edizione sarà nel 2013, sempre alle Hawaii, ma difficilmente Sfameni potrà partecipare, anche se con molto rammarico: "La gara si svolge a maggio, un mese nel quale gli impegni universitari sono pressanti", dice, "non credo che riuscirò a ritagliarmi lo spazio necessario, ma avrò modo di rifarmi negli altri appuntamenti". Il 2013, infatti, sarà un anno denso di impegni, con l'obiettivo di riscattare il non brillante risultato che Sfameni ha ottenuto ai recenti Mondiali Master di canoa "maratona", svoltisi a Roma. "Nel K2, sulla distanza dei 21,5 km, io e Antonio Loria siamo arrivati decimi, un piazzamento che non ci soddisfa. L'anno prossimo, però, dall'1 al 9 agosto, ci saranno a Torino i World Master Games, e conto di ottenere un risultato migliore".Se i risultati sono il coronamento del duro impegno in allenamento, non rappresentano però l'unico aspetto positivo della pratica sportiva: "In altri paesi praticare sport a livello agonistico è considerato, anche per un professore universitario, un arricchimento, da noi invece una perdita di tempo. E' un peccato che sia così. Io credo invece che lo sport mi aiuti a trovare il giusto equilibrio tra corpo e mente, mi infonda un'energia positiva che riverso anche nella professione e nell'insegnamento. Lo sport", conclude Sfameni, "impone disciplina e mi procura serenità".