Andrea e Barbara, in Bangladesh con un'Idea
Dentro le mura della Bocconi, Andrea Borghi e Barbara Alfieri maneggiano alta tecnologia per gestire gli aspetti forse più nascosti ma più vitali dell'ateneo. Fuori le mura, si confrontano con la povertà più nera e terribile del Bangladesh. Per Andrea, tecnico dell'Area sistemi informatici e telematici della Bocconi (Asit), e Barbara, alle dipendenze del Servizio information technology della Sda Bocconi, quello che per molti è il passaggio quotidiano dal virtuale al reale avviene nella maniera più radicale che si possa immaginare: dal 2007 dedicano il loro tempo libero a Idea Onlus (www.ideaonlus.org), l'associazione che hanno fondato insieme a una coppia di amici per creare e sviluppare progetti di adozione a distanza, di assistenza sociale e sanitaria e di promozione della scolarità nel paese asiatico.
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Andrea Borghi (a sx, in maglia rossa) insieme ad alcuni bambini in Bangladesh |
Idea Onlus è però il passo più recente di un percorso di impegno sociale che ha avvicinato Andrea al Bangladesh già dal 1997. È in quell'anno che adotta a distanza, tramite l'ong Rishilpi Development Project, una bambina bengalese: "Ho deciso però di andare da lei di persona per rendermi conto di cosa significa vivere in quel paese", racconta Borghi. Un impatto con una realtà che è ben più lontana della semplice distanza geografica. "Solo di persona è possibile capire a pieno la disperazione di una popolazione che vive in uno slum nella foresta". Un'esperienza personale che inizia a logorarlo come un tarlo, sebbene non si tramuti immediatamente in impegno concreto. "Ho iniziato semplicemente a parlare in ufficio dell'adozione a distanza, più come racconto di un'esperienza che come attività di promozione della missione Rishilpi. Alla fine, in Bocconi, le adozioni hanno raggiunto quota duecento". Era evidentemente il segnale di come l'attenzione di Andrea per i problemi del Bangladesh stesse cambiando forma. Nel 2002 torna nel paese con Barbara, conosciuta sempre nel '97 e nel frattempo diventata sua moglie, e rientrato in Italia decide di fondare una sede della Rishilpi in Italia, a Pinerolo. Un'attività che dura quattro anni, fino a quando la coppia non decide di fare un ulteriore passo. "Il nostro desiderio era di poter fare qualcosa in più e in più di una realtà. E' nata così IDEA Onlus". Entrata in attività nel 2008, Idea può operare in tutto il mondo e, attualmente, ha in attivo un progetto in America Latina, nel Mato Grosso brasiliano, e tre nel Bangladesh. Uno di questi, svolto in collaborazione con l'organizzazione bangladese Banchte Sheka Ong e nato come progetto di adozione a distanza per l'assistenza socio-sanitaria dei bambini, sta oggi diventando il tentativo di salvare un'intera comunità. "Operiamo a Jogahati, un villaggio di pescatori la cui attività è stata completamente sconvolta dalla vendita a un privato del tratto di canale del quale la comunità si serviva. Agli abitanti è concesso pescare solo per la propria sussistenza e non per la vendita, una clausola che di fatto ha affossato il villaggio". L'impegno di Andrea, Barbara, Gabriele e Maria (la coppia di cofondatori di Idea), insieme alla ong locale, è di costruire dieci nuove case per gli strati più poveri della comunità, "persone che oggi", racconta Andrea, "in alcuni casi vivono, in affitto, sotto una tettoia all'aperto. Andrea, che nel frattempo ha adottato a distanza con Barbara un'intera famiglia (una donna fuggita dal marito violento con le due figlie), insiste molto sull'importanza di non fare assistenzialismo ("L'idea di Idea è trasformare il villaggio in una cooperativa che nel tempo diventi il vero motore della rinascita della comunità") e sul segno che esperienze di questo tipo lasciano su un benestante europeo. "Sono società in cui l'arretratezza sociale e culturale fa sì che non ci sia rapporto tra adulti e bambini. Comunità in cui un invalido è letteralmente emarginato, nel senso che viene preso di peso e gettato in una discarica. Luoghi in cui il sogno dei bambini è un bicchiere di acqua pulita. È vedendo questa estrema povertà che non solo noi rivalutiamo ciò che abbiamo, ma possiamo anche comprendere a pieno quanto queste situazioni siano spesso il frutto della speculazione dei paesi ricchi su quelli poveri".