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Vasco, una vita spericolata

, di Federico Farina
Un laureato in missione in Corea del Sud, Vietnam e Ghana. Per progettare lo sviluppo
Vasco Molini

Non disfa la valigia da sette anni Vasco Molini. Da quando, nel 1999, è decollato da Milano verso la Corea del Sud, ospite dell'Istituto di cultura italiana a Seul per raccogliere materiale per la tesi di laurea in economia dello sviluppo. "Dovevo analizzare le riforme del sistema economico, del mercato del lavoro e dell'industria che lo stato aveva messo in atto per affrontare la crisi", riassume Vasco. "Ho trovato un paese agitato da scioperi e tensioni sociali, ma contemporaneamente ho scoperto che tutto questo mi interessava davvero". Così, da allora, e dopo la laurea in Bocconi, il percorso di Vasco, 30 anni, si è snodato in tutto il mondo senza sosta. Prima all'università di Firenze, dove c'era l'unico dottorato in economia dello sviluppo, che Vasco sta concludendo con una tesi sulla distribuzione del reddito nell'economia di transizione dal socialismo al mercato. Esempio pratico? Il Vietnam. "Anche lì sono stato per due mesi, nel 2002", ricorda. "Ho studiato le prime trasformazioni dell'economia capitalistica, lo sviluppo delle esportazioni, la decollettivizzazione dell'agricoltura".

Il risultato delle sue ricerche, però, sarà discusso in seduta di tesi soltanto in queste settimane, perché nel frattempo Vasco ha già oltrepassato i confini italiani, destinazione Amsterdam, dove lavora al Center for World food studies. "E' un centro del governo olandese che si occupa di studiare l'impatto sociale e ambientale di nuove politiche nei paesi del terzo mondo", spiega Vasco. "Adesso, per esempio, sto studiando il profilo di un'assicurazione che consenta ai contadini del Ghana di non subire le fluttuazioni dei prezzi delle derrate agricole internazionali e di assicurarli contro i rischi meteorologici. I dati però sono pochi, dovrò fare delle ricerche sul posto". E così, mentre leggiamo queste righe Vasco è già di nuovo in volo per le campagne ghanesi. "Quello di viaggiare molto è l'unico modo, secondo me, nel quale si può studiare l'economia dei paesi in via di sviluppo, perché non ci sono libri che la spieghino abbastanza. Ci devi andare, parlare con la gente, sederti a tavola con loro, vestire come loro. E poi tornare a casa...".