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A Kabul, sotto le bombe, Selene favorisce l'alfabetizzazione dei bambini

, di Allegra Gallizia
La bocconiana e startupper ha creato il progetto Plain Ink, che opera in India e Afghanistan

Con 150 euro ha lanciato in 130 paesi del mondo Youth Action for Change, la prima start up di e-learning. Era il 2004, i social network erano ancora agli esordi e la possibilità di mettere on line competenze professionali per fare formazione gratuita era impensabile. Da questa esperienza ha creato lo spin-off Forgotten Diaries, una piattaforma di citizen journalism per raccontare le guerre dimenticate dai media istituzionali, attraverso le esperienze dei ragazzi coinvolti in quei conflitti.

E' la storia di Selene Biffi, laureata nel 2005 in Economia aziendale e management che da Kabul, dove vive, continua a lavorare sull'innovazione delle imprese sociali. "Fra un progetto e l'altro sono diventata consulente Onu con cui sono andata in Afghanistan per stendere un sussidiario di salute e sicurezza destinato ai bambini che vivono nelle zone rurali". Dopo un mese di permanenza a Kabul il compound dell'Onu ha subito un attentato e viene evacuato. Selene Biffi non si dà per vinta e decide di proseguire da sola. "Non mi piaceva l'idea di lasciare il lavoro a metà ed è nato Plain Ink con l'obiettivo di diffondere attraverso le immagini l'alfabetizzazione in India e Afghanistan".

Questo programma ha ricevuto, tra gli altri, anche il supporto di Renzo Rosso e ha collezionato riconoscimenti importanti come il Rolex Award 2012. "Con i soldi del premio ho fondato The Qessa Academy a Kabul, una scuola per formare nuovi cantastorie. In persiano la parola quessa significa storie. Qui, un tempo c'era un'importante tradizione di cantastorie che è stata messa al bando dai talebani". L'obiettivo di Plain Ink è quello di dare ai giovani che seguono il corso una formazione che gli consenta di trovare un'occupazione, magari attraverso organizzazioni non governative, e di trasmettere il sapere ad altri. La sua ultima start up si chiama Bibak e si tratta di una tecnologia per lo sminamento. Così, Selene Biffi ha dimostrato ancora una volta che anche il settore del sociale può essere interessato dall'innovazione, ma con un'idea ben precisa: "la tecnologia non è necessariamente innovativa, la scuola di Kabul è, invece, sicuramente innovativa anche se non ha nulla di tecnologico". E con il suo operato ha contribuito a sviluppare il concetto di impresa sociale anche in Italia, applicando al modello che aveva in casa una visione imprenditoriale: "i miei genitori da quarant'anni vanno in India dove, con i loro risparmi, hanno costruito un ospedale nei pressi di Varanasi, oltre a mantenere agli studi circa 400 bambini".