Il diritto ambientale che salva il mondo
Il principio di sviluppo sostenibile, affermato nel diritto ambientale sin almeno dal Rapporto Bruntland del 1987, ha finito per interessare talmente tante aree, che la sua missione oggi è nientemeno che "assicurare la sopravvivenza dell'umanità", scrivono Fabrizio Fracchia e Miriam Allena (Dipartimento di Studi Giuridici) in Globalization, Environment and Sustainable Development, in Global, European and Italian Perspectives (Rivista italiana di diritto pubblico comunitario, numeri 3-4, 2011).
Il paper si focalizza sulle relazioni tra sviluppo sostenibile (come principio etico, oltre che giuridico) e globalizzazione. L'accostamento del fenomeno della globalizzazione al principio dello sviluppo sostenibile pone immediatamente il problema della possibilità di una "globalizzazione sostenibile".
Se la missione del principio di sviluppo sostenibile è di assicurare la sopravvivenza dell'umanità, "sostenibilità" diventa anche una precondizione della globalizzazione. In altre parole, se la società contemporanea non riesce ad assicurare il rispetto delle generazioni future attraverso una corretta applicazione del concetto di sviluppo sostenibile, non rimarrà nessuno spazio per la globalizzazione.
Inoltre, il principio di sviluppo sostenibile ha finito per abbracciare molti altri aspetti, come la pace e la sicurezza, la protezione e la reintegrazione ambientale, lo sviluppo economico e quello sociale, o i diritti umani; in secondo luogo, sebbene gli antecedenti storici del principio di sviluppo sostenibile siano caratterizzati da una certa confusione riguardo le relazioni tra sviluppo sostenibile e globalizzazione, si dovrebbe notare che, dal punto di vista cronologico, l'espansione del principio coincide con il periodo in cui è cominciata la globalizzazione.
Ciò ci consente di osservare come lo sviluppo sostenibile sia stato usato, fin quasi dall'inizio, come contrappunto alla globalizzazione, nel tentativo di ristabilire la pace e l'equità; per questa ragione l'ambiente, da una parte, e la pace e l'equità (che è come dire la sostenibilità, che comprende questi due valori), dall'altra, sono stati percepiti come elementi che possono essere usati per bilanciare la globalizzazione e mitigarne gli eccessi.
Tale aspetto contribuisce a spiegare un'altra significativa tendenza che caratterizza il principio di sviluppo sostenibile: la sua propensione a sconfinare in molte aree, al di là del diritto ambientale.
Si evidenzia così quella che è forse la più importante "missione" del principio di sviluppo sostenibile, la sua capacità di "limitare" e "contenere" intrusioni prevaricanti: lo sviluppo sostenibile agisce come un limite che si contrappone alla globalizzazione, mitigandone gli effetti.
È però chiaro che questa funzione del principio di sviluppo sostenibile renderà al meglio se il principio si lascia alle spalle la sua iniziale connessione con l'ambiente e diventa applicabile ovunque vi sia un'opzione tragica che potrebbe compromettere o condizionare il futuro dell'umanità.
In questo senso, sembra logico (e coerente con l'origine del principio) ricorrere ad esso solo quando si stia parlando di scelte strategiche che interferiscono in modo rilevante con il destino dell'umanità e le responsabilità della razza umana.