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Con la violenza honduregna negli occhi

, di Andrea Celauro
Nanni Fontana, fotografo e bocconiano, racconta con i suoi scatti il degrado del mondo

Sul collo, in mezzo a tutti gli altri tatuaggi, Carlos "El Bestia" Alberto ha scritto "Madre perdonami". Carlos era uno dei capi della mara 18 a San Pedro Sula, città nel Nord dell'Honduras. Oggi è in carcere per omicidio, deve scontare 17 anni. È lì che Nanni Fontana lo ha fotografato per il suo servizio "Violence in Honduras", uno dei reportage che ha realizzato nel paese del Centro America. Nanni ha 36 anni, si è laureato in Bocconi nel 2001 e oggi lavora come fotoreporter in giro per il mondo realizzando servizi a sfondo sociale.

Nanni Fontana (foto di Michele Casagrande)

Nanni non si è sempre visto fotografo: "Ho iniziato anzi abbastanza tardi. Quando ero al terzo anno di università ho fatto un viaggio in Mongolia e mio padre mi ha prestato la sua macchina fotografica. Da lì è cominciato tutto". La sua prima personale arriva proprio durante gli anni univeristari e proprio in Bocconi, con una mostra dal titolo "Antica Melphicta. Settimana santa", dedicata alle processioni tradizionali di Molfetta e curata da uno dei nomi storici della fotografia milanese, Toni Nicolini: "La Bocconi, quindi, mi ha dato la formazione economica, ma ha battezzato in un certo modo anche la mia carriera professionale di fotografo", racconta Nanni Fontana. Nel 2001, la laurea al Clefin, con una tesi che già mostrava il suo interesse per i temi sociali: un lavoro di storia economica sulla "fabbrica del consenso nei sistemi totalitari". Due anni e mezzo di lavoro nell'azienda del padre, "giusto per tirar su qualche soldo per scattare foto" e poi il grande salto nel mondo del lavoro fotografico. Tra il 2004 e il 2008 collabora con le agenzie Fotogramma e Prospekt di Milano e dalla World Picture Network di New York: "In agenzia ho iniziato lavorando su Milano e in Italia, poi sulle news dall'Europa e quelle internazionali. L'aver frequentato la Bocconi mi è stato utile: la conoscenza dell'ambiente economico mi consentiva di arrivare prima di altri colleghi ad alcune notizie". Dal 2009, poi, la decisione di diventare indipendente, per seguire quello che era emerso come il suo vero interesse nell'ambito fotografico: i servizi di reportage sociale per le organizzazioni e le associazioni internazionali. Ed è proprio il lavoro per le ong, per le quali realizza spesso servizi che possano poi supportare le loro campagne di sensibilizzazione, a portarlo la prima volta in Honduras. Qui, nell'estate del 2008 scatta per la Onlus Imagine di Roma una serie di foto che documentano la terribile situazione sanitaria della Moskitia, una regione tra l'Honduras e il Nicaragua nella quale il 75% della popolazione vive in condizione di povertà. "Questo è stato uno dei primi lavori un po' più corposi e il primo che mi ha permesso di trovare poi nuovi clienti. Il grosso del mio lavoro, oggi, è infatti con le realtà di cooperazione. Lavoro molto poco con l'editoria". Ciò non toglie che alcuni suoi reportage siano finiti spesso sulle pagine in diverse riviste internazionali, come un reportage sulla filiera produttiva di McDonalds in Emilia Romagna, pubblicato dal Guardian e da Fortune Magazine. Raccontare per immagini il tema del lavoro, peraltro, è un altro degli elementi che stimolano la creatività di Nanni Fontana: "Per un certo periodo ho seguito il filone della produzione alimentare, ho fotografato il lavoro nelle fabbriche della birra Asahi in Giappone, le piantagioni di tè in India, ma anche la produzione artigianale degli insaccati in Lomellina". Ma tra i servizi che più hanno lasciato il segno in Nanni ci sono quelli realizzati appunto in Honduras, dove è stato più volte. E tra questi, c'è quello sulla violenza delle gang locali: "Si tratta di bande che si sono sviluppate a partire dalla fine degli anni Novanta e che sono state create dai membri delle gang americane espulsi dagli Usa in quel periodo". La mara 18 o Barrio 18, ad esempio, sarebbe nata riprendendo la Eighteen street di Los Angeles. "Questa gente, cacciata dagli stati Uniti, non ha fatto altro che ricostruire la propria dinamica di vita in Honduras e negli altri paesi di origine, diventando anche manovalanza del narcotraffico". Una situazione esplosiva, evidenziata anche dai numeri che lo stesso Nanni Fontana cita a corredo del servizio: "Nel 2008 l'Honduras ha registrato un tasso di omicidi procapite di 59,7 ogni 100 mila abitanti, un tasso che è aumentato del 25% rispetto all'anno precedente e che è il secondo peggiore al mondo". Gli scatti realizzati da Nanni immortalano anche diversi membri di gang in carcere, tra cui appunto l'ex membro della mara 18 Carlos Alberto. "La realtà delle gang era già stata trattata da altri fotografi per il Salvador e il Guatemala, ma nessuno si era mai occupato dell'Honduras", spiega Fontana. Le foto, pubblicate dalla rivista di fotografia d'autore Private sono poi state esposte in più occasioni. Oggi Nanni, che ha appena concluso una prima parte di un lavoro sui giovani del Mediterraneo, ha in cantiere diversi progetti: uno sempre per la ong Imagine, per la quale ha realizzato un reportage nella Repubblica Democratica del Congo sulla salute materna e infantile, un altro sull'Aids, da proporre in futuro ad altri clienti: "Quest'ultimo è un grosso lavoro che si svilupperà tra Tailandia, dove sono appena stato, Brasile, Mozambico e Ucraina. Un lavoro che, se riesco a farmi sovvenzionare, richiederà un altro anno e mezzo di attività".